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Unicef: una ragazza su 4 nel mondo è vittima di violenze

10 ottobre 2014 | 14.10
LETTURA: 3 minuti

Domani si celebra la Giornata internazionale delle bambine

(Unicef)
(Unicef)

Circa un quarto delle ragazze tra i 15 e i 19 anni nel mondo (circa 70 milioni) ha dichiarato di esser stata vittima di una qualche forma di violenza fisica. Circa 120 milioni di ragazze sotto i 20 anni (1 su 10) sono state costrette a subire rapporti o atti sessuali forzati, e 1 su 3 tra i 15 e i 19 anni (84 milioni) è stata vittima di violenza psicologica, fisica o sessuale da parte del marito o del partner. Sono alcuni dati raccolti e diffusi dall'Unicef in occasione della Giornata Internazionale delle bambine, che si celebra domani..

L'Unicef denuncia inoltre come in molti paesi, circa 7 ragazze su 10 tra i 15 e i 19 anni vittime di violenza fisica o sessuale non hanno mai chiesto aiuto, e molte hanno detto che non credevano fosse un abuso o che non lo ritenevano un problema. E ancora: il fenomeno delle spose-bambine, che conta oltre 700 milioni di donne nel mondo, che si sono sposate prima di aver compiuto 18 anni, e più di 1 su 3 (circa 250 milioni) prima dei 15 anni.

I dati - osserva ancora l'Unicef - mostrano una preoccupante percezione sull’accettazione della violenza, in particolar modo tra le ragazze. A livello globale circa metà delle ragazze tra i 15 e i 19 anni crede che un uomo sia giustificato a picchiare la moglie o la partner in alcune circostanze come ad esempio: rifiutare un rapporto sessuale; uscire di casa senza permesso; litigare; trascurare i bambini o bruciare la cena.

Dati evidenziano una mentalità che tollera e giustifica violenze

“Questi dati parlano di una mentalità che tollera, perpetra e giustifica la violenza – e dovrebbero far suonare un campanello d’allarme in ognuno di noi, ovunque”, ha dichiarato Geeta Rao Gupta, Vice Direttore generale dell’Unicef.

L'organizzazione delle nazioni Unite punta su specifiche azioni per prevenire la violenza contro le ragazze: istruire a scuola le bambine; dare loro insegnamenti importanti per la vita; supportare i genitori anche con trasferimento di soldi per arginare i rischi per le bambine; cambiare gli atteggiamenti e le norme delle comunità; rafforzare sistemi e servizi giudiziari, sociali e penali.

“Il problema è globale, ma le soluzioni devono essere trovate a livello nazionale, nelle comunità, tra le famiglie. Noi abbiamo la responsabilità di proteggere, istruire e rafforzare le adolescenti. Siamo tutti responsabili di fermare la violenza contro le ragazze e le bambine” - ha concluso Rao Gupta.

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