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Unesco, transumanza patrimonio umanità

11 dicembre 2019 | 17.22
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E' quanto deciso dal comitato riunito a Bogotà: approvazione all'unanimità dai 24 Stati membri

Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)

Il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi a Bogotà, ha proclamato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La decisione è stata approvata all'unanimità dai 24 Stati membri del Comitato intergovernativo. È la terza volta, si legge in una nota del Mipaaf, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello della comunità di Pantelleria e l'arte dei muretti a secco, che viene attribuito questo prestigioso riconoscimento a una pratica rurale tradizionale.

La candidatura della 'Transumanza. Il movimento stagionale del bestiame lungo gli antichi tratturi nel Mediterraneo e nelle Alpi', avanzata nel marzo 2018 dall'Italia come capofila insieme alla Grecia e all'Austria, è stata coordinata a livello internazionale dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e ha visto il coinvolgimento diretto delle comunità italiane afferenti alle Regioni di Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Abruzzo, Lombardia e alle province di Trento e Bolzano, che in questi anni, insieme alle comunità di Austria e Grecia, come anche riconosciuto dall'Unesco, hanno saputo creare un network attivo per la valorizzazione e la salvaguardia di questa pratica, grazie al fondamentale apporto di famiglie e pastori che ne hanno mantenuto negli anni la vitalità, nonostante le difficoltà socio-economiche e lo spopolamento delle aree rurali.

La transumanza rappresenta la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano in differenti zone climatiche, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi. Il viaggio dura giorni e si effettuano soste in luoghi prestabiliti, noti come ''stazioni di posta''. La transumanza quale elemento culturale, dal forte contenuto identitario, ha saputo nei secoli creare forti legami sociali e culturali tra i praticanti e i centri abitati attraversati, nonché rappresentare un'attività economica sostenibile caratterizzata da un rapporto peculiare tra uomo e natura, influenzando con la sua carica simbolica tutti i campi dell'arte.

La transumanza è ancora oggi praticata sia nel Centro e nel Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Anversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise, Rivello in Basilicata, Lacedonia e Zungoli in Campania a San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo in Puglia. Pastori transumanti sono ancora in attività anche nell'area alpina, in particolare in Lombardia e nel Val Senales in Alto Adige.

Quanto ai riconoscimenti Unesco, nel 2010 è arrivata la proclamazione della Dieta Mediterranea, primo elemento culturale al mondo a carattere alimentare iscritto nella prestigiosa lista dell'Unesco; nel 2014 il riconoscimento della Coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, primo elemento culturale al mondo di carattere agricolo riconosciuto dall'Unesco. Nel 2017 è stata la volta dell'Arte del ''pizzaiuolo'' napoletano e nel 2018 dell'Arte dei muretti a secco.

Dei 10 elementi italiani riconosciuti dall'Unesco Patrimonio Culturale Immateriale, ben 5 sono riconducibili al patrimonio rurale e agroalimentare, a conferma che in Italia l'agricoltura è un elemento caratterizzante la cultura del Paese.

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