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Unicef: "Offensiva a Mosul peggiora la situazione già grave"

17 ottobre 2016 | 16.53
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"In Iraq ci sono 10 milioni di persone che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria, l'offensiva a Mosul per strappare la città al controllo dell'Isis non fa che peggiorare una situazione già di per sé allarmante. Siamo enormemente preoccupati: a Mosul si rischia di avere un milione di sfollati - la metà bambini -, una cifra destinata a salire in maniera enorme. Queste persone hanno bisogno di noi". Il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini si appella alla comunità internazionale perché si intervenga al più presto con un "corridoio di evacuazione" per evitare che i civili restino intrappolati. "Questo esodo incontrollato va gestito. Noi siamo già pronti a farlo, con tutte le misure di assistenza necessarie, ovviamente in un quadro di evoluzione del conflitto che ci auguriamo consenta di raggiungere tutti", dice all'Adnkronos Iacomini.

"Da Mosul chi tenta di fuggire verso le zone circostanti - dove da maggio scorso sono stati già registrati 200.000 sfollati - si imbatte in gravi pericoli: innanzitutto le mine antiuomo disseminate dall'Isis intorno alla città insieme a ordigni inesplosi, poi la presenza di cecchini che per reazione all'assedio ora sparano alla cieca. E ancora disumani controlli di sicurezza da parte dei gruppi armati".

"L'intervento è urgente", insiste Iacomini ricordando che in tutto l'Iraq ci sono già circa 3,5 milioni di sfollati, ai quali l'Unicef sta portando beni di prima necessità: acqua, servizi igienico-sanitari e istruzione ai bambini.

Anche ad Aleppo, in Siria, "la situazione è gravissima" e c'è bisogno di un piano di evacuazione sicuro. "La città è considerata l'ultima grande battaglia di Bashar al Assad: la sua conquista è una questione di vita o di morte. Nella parte est ci sono circa 300.000 persone intrappolate di cui la metà bambini - afferma Iacomini -. Trovandosi tra due fuochi e sapendo di dove essere sottoposti a controlli rigidi e vessatori, i civili si dicono: 'tanto vale rimanere dove siamo'. Una prigione per loro dove manca tutto: acqua, elettricità, gas".

Nessuna via di scampo e tanta disperazione. Ecco allora che "il tasso dei suicidi aumenta: 10 volte di più rispetto ai mesi passati", sottolinea Iacomini raccontando anche la storia di "una mamma che si è trovata addirittura a ferire la propria bambina, preferendo che morisse piuttosto di farla continuare a vivere in un contesto di violenza. La piccola è stata portata e salvata in un ospedale del'Unicef. Quel che è certo è che lì la distruzione e la disperazione sono all'ordine del giorno", conclude Iacomini.

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