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Unicredit, nel 2016 perdita di 11,8 mld, pulizia di bilancio per 13 mld

09 febbraio 2017 | 17.06
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Unicredit, nel 2016 perdita di 11,8 mld, pulizia di bilancio per 13 mld

Unicredit archivia il 2016 con una perdita netta di 11,8 miliardi di euro, dopo poste non ricorrenti per 13,1 miliardi di euro. Senza la pulizia di bilancio e le poste non ricorrenti, il risultato netto del gruppo è di 1,3 miliardi di euro. L'indicatore di solidità patrimoniale Cet1 ratio fully loaded si attesta al 7,54% e salirà all'11,15% dopo l’aumento di capitale da 13 miliardi, partito lunedì scorso e interamente garantito. Intanto gli azionisti dovranno rinunciare alla cedola sul 2016: il cda ha deliberato di non proporre alcun pagamento di dividendi per l’esercizio. Ma la pulizia di bilancio è piaciuta al mercato, con il titolo che ha azzerato le perdite.

L'amministratore delegato Jean Pierre Mustier ha confermato tutti gli obiettivi indicati nel recente piano Transform 2019. Oltre alla ricapitalizzazione, l'obiettivo del Cet1 ratio è confermato al di sopra del 12,5% alla fine del 2019, come anche la politica di distribuzione dei dividendi cash, con un payout del 20-50% a partire dal 2017.

"Stiamo procedendo rapidamente nella realizzazione del piano e abbiamo già ottenuto risultati significativi, in termini di efficienza operativa e di trasformazione del modello di business", ha spiegato Mustier in conference call con gli analisti. L'ad ha definito il 2016 "un anno cruciale" per l'istituto. "Abbiamo intrapreso numerose azioni incisive per superare le eredità negative del passato e le criticità operative in modo da assicurare il successo futuro del gruppo".

Sempre sui conti dello scorso anno il margine operativo netto ha registrato una perdita di 5,9 miliardi. I ricavi da negoziazione si sono attestati a 2,1 miliardi (+40%), il margine di interesse ha raggiunto 10,3 miliardi (-5,6%), mentre i ricavi sono rimasti stabili a 18,8 miliardi (-0,3%). Le esposizioni deteriorate nette sono scese a 25 miliardi (-34,7% su base annua), mentre il rapporto tra esposizioni deteriorate nette e totale crediti netti si è attestato al 5,6%. Il tasso di copertura è salito al 55,6%. Le sofferenze lorde sono scese ulteriormente a 31,8 miliardi, con un tasso di copertura del 65,65%.

Intanto alcuni dei soci hanno confermato l'adesione, totale o parziale, all'aumento di capitale di Unicredit. La Fondazione Crt sottoscriverà circa l'1,8% della ricapitalizzazione, che corrisponde alla quota effettivamente detenuta dall'ente nell'istituto bancario, anche se la decisione definitiva dovrebbe essere presa la prossima settimana. Fondazione Cassamarca, invece, aderirà parzialmente e scenderà dallo 0,22% allo 0,10%.

Parole positive sono arrivate dall'ad di Mediobanca, Alberto Nagel. L'operazione dell'aumento "è bene impostata, ha apprezzamento da parte degli investitori e, quindi, a mio avviso, avrà un esito positivo", ha detto, spiegando che non ci sono "segnali di disimpegno" da parte dei soci di Piazzetta Cuccia, da Vincent Bolloré a Unicredit. "Non ho assolutamente indicazioni in tal senso, anzi al contrario", ha spiegato Nagel. "Mediobanca non si schiera con alcun socio. Anche da Unicredit, con cui intratteniamo rapporti particolarmente proficui" non ci sono indicazioni di una possibile uscita, come ipotizzato da alcune voci in merito alla partita Intesa Sanpaolo-Generali.

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