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Unioni civili, Renzi: "Senza accordo voto di coscienza. Family day merita rispetto"

22 gennaio 2016 | 09.15
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Matteo Renzi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Matteo Renzi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Questa legge ci vuole, la stragrande maggioranza ha capito che la legge va fatta" sulle unioni civili. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Rtl102.5. "Io credo - ha spiegato - che se non troveremo un punto di equilibrio" sui nodi ancora da sciogliere relativi alle unioni civili "bisognerà andare a votare in Parlamento a scrutinio libero con voto di coscienza. Totale rispetto per il Parlamento. Deciderà il Parlamento".

Il tema della stepchild adoption? "Io credo che sia un tema molto delicato, dobbiamo avere un principio di riferimento, una stella polare: l'interesse del bambino", ha detto Renzi. "Quel che importa è il diritto del bambino a crescere nell'ambiente considerato più giusto", ha sottolineato il premier.

Su questo tema, ha spiegato il leader Pd, c'è "una discussione, anche nel mio partito. Il Parlamento voterà, vedremo se troverà una soluzione alternativa, ma spero che si faccia la legge in un tono civile, evitiamo che sia uno scontro. Se non si troveranno punti di equilibrio, c'è libertà di coscienza. Deciderà il Parlamento, totale rispetto per il Parlamento". "I ministri sono liberi di andare a tutte le manifestazioni che vogliono", ha assicurato.

Sul Family day, Renzi ha detto: "Tutte le manifestazioni meritano rispetto". "Io penso che questa legge ci voglia, la stragrande maggioranza degli italiani sono convinti che è arrivato il momento di chiudere questa battaglia ideologica", ha sottolineato premier.

Parlando dell'ipotesi di una chiusura di Schengen, il premier ha sottolineato: "Si metterebbe a rischio l'idea stessa d'Europa, ma - ha aggiunto - non dipende dal governo italiano. Noi riteniamo che sia giusto mantenere forte il controllo alle frontiere".

L'Italia "si deve far sentire, è finito il tempo in cui va con il cappello in mano", ha continuato. "No a due pesi e due misure", l'Italia "non è più l'ultima ruota del carro". "Per anni - ha osservato - si è pensato che la politica italiana dovesse andare a Bruxelles e dire sempre di sì", ma "non possiamo andare sempre come italiani col cappello in mano".

Commentando la nomina del nuovo capo della rappresentanza italiana a Bruxelles, Renzi ha detto: a Calenda ho chiesto di "creare un team molto forte e di farsi sentire, fare incontri e iniziative. Si è detto che il mio atteggiamento in Ue è sbagliato, perché così parlano male di noi. Se smettiamo con l'atteggiamento di subalternità e cominciamo a dire che l'Italia ha energie e risorse fondamentali il rispetto arriverà naturale. Noi dobbiamo far sentire la nostra voce''.

Renzi ha poi confermato che avrà un incontro con Angela Merkel il 29 gennaio, ma ha smentito di voler chiedere le dimissioni del capo di gabinetto di Juncker Martin Selmayr: "Non ho mai chiesto una testa in vita mia. Di mestiere non faccio il cacciatore di teste. Tanto più che stiamo parlando di un funzionario dell'Unione europea, non di collaboratori del governo tedesco".

"Con Merkel il rapporto è buono, la Germania ha bisogno dell'Italia, ha voglia che l'Italia sia forte", ha detto. "L'impressione che c'è molto forte - ha aggiunto - è che in alcuni casi ci siano due pesi e due misure. Quello che serve al Nord si può fare, quello che serve al Sud no. Sono uno di quelli che quando c'è da intervenire, interviene". La Germania, ha spiegato, "ha bisogno dell'Italia, ma io non sono uno di quelli che si tira indietro. Non sono uno che ha paura di tirare un calcio di rigore. L'Europa siamo noi, non è un insieme di burocrati. L'Italia non è al rimorchio" di nessuno.

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