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Lavoro: Unisin Falcri Silcea, dignità per bancari e no a Jobs act

16 aprile 2015 | 15.54
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Temi al centro secondo congresso nazionale di unità sindacale.

Emilio Contrasto segretario generale Falcri Silcea
Emilio Contrasto segretario generale Falcri Silcea

La dignità del lavoro dei bancari, il no al Jobs Act, la ritrovata unione del tavolo sindacale, il futuro delle banche popolari e, naturalmente, il nuovo contratto nazionale di settore. Sono questi i temi al centro del secondo congresso nazionale di Unità sindacale Falcri Silcea in corso a Riccione dal titolo 'Insieme ridiamo dignità al lavoro'.

Nella sua relazione il segretario generale, Emilio Contrasto, ha ribadito il fermo rifiuto del sindacato del Jobs Act: "Il cosiddetto contratto a tutele crescenti o, come sarebbe più corretto dire, il nuovo regime dei licenziamenti, è andato anche oltre le più pessimistiche previsioni, instaurando un dualismo tra i vecchi assunti e i nuovi assunti, prima e dopo il 7 marzo 2015. Per i secondi le tutele crescenti sono rappresentate esclusivamente da un indennizzo economico crescente col crescere dell’anzianità lavorativa. In caso di licenziamento illegittimo, viene dunque negata la vera dignità rappresentata dalla reintegrazione nel posto del lavoro".

Nel suo discorso Contrasto ha anche parlato del ruolo delle banche che "non possono reiterare politiche tese a preferire gli investimenti nella finanza speculativa in danno dell’economia reale e non possono perseverare nei diabolici errori che, oltre a provocare danni all’economia in generale, hanno condotto numerose banche sull’orlo del fallimento, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.Va elaborato un quadro normativo che premi gli impieghi destinati all’economia reale e che scoraggi le attività finanziarie speculative che vanno quindi distinte negli attivi delle banche".

Per rilanciare il sistema, Unisin ritiene, in riferimento all'ipotesi di una bad bank dove trasferire i crediti deteriorati, "che potrebbe portare benefici all'economia ma solo con un meccanismo che renda certo un maggior credito a privati ed imprese e garantisca la salvaguardia dei livelli occupazionali attuali e prospettici nonché le professionalità". Il segretario ha anche guardato all'evoluzione del settore bancario, in particolare per quello che riguarda il mondo delle popolari, ricordando che "il modello cooperativistico, in molti casi, si è dimostrato più attento e più vicino alle esigenze dei territori" e che un punto fondamentale per il sindacato "è il piano della tenuta occupazionale, dei livelli e della qualità delle professionalità".

Non poteva mancare nella relazione un riferimento alla ricomposizione di un unico tavolo sindacale con tutte le organizzazioni sindacali: "In un contesto critico come l’attuale e con un futuro alle porte ancora tutto da decifrare ma sicuramente non facile, la coesione dei lavoratori e la compattezza dell’azione sindacale sono fondamentali per tutelare i diritti di tutti noi e per sostenere e rafforzare le nostre rivendicazioni.

Il segretario ha chiuso il suo intervento affrontando il tema del congresso: "La dignità del lavoro non può essere calpestata e va restituita ai lavoratori nella sua pienezza. In un’era in cui c’è chi vorrebbe considerare il lavoro come semplice merce, noi non accettiamo che ciò avvenga e ci opporremo con tutti i mezzi, proprio come è stato fatto con l'accordo per il rinnovo del contratto con i richiami a ricondurre in ambiti di accettabilità le pressioni commerciali e l’indirizzo in base al quale le aziende dovranno adottare le misure per favorire il rispetto di valori etici fondamentali quali la dignità, la responsabilità, la fiducia, l’integrità e la trasparenza. L’obiettivo è chiaro: insieme restituiamo dignità al lavoro".

Ai lavori hanno partecipato anche il segretario generale Confsal Marco Paolo Nigi, quello di Fabi, Lando Maria Sileoni, quello di Fisac-Cgil, Agostino Megale, quello di Fiba-Cisl Giulio Romani, quello di Dircredito, Maurizio Arena, quello dell'Ugl Credito Fabio Verelli, Giorgio Mieli dell'Abi e rappresentanti di diverse banche. Tutti gli ospiti hanno toccato il tema dell'accordo su rinnovo del contratto. Per Giorgio Mieli, responsabile delle relazioni sindacali di Abi, si tratta "del rinnovo più complesso che io ricordi e questo rende più importante l'obiettivo raggiunto. Spero in un giudizio positivo delle assemblee sul contratto. Voglio dare atto alla Segreteria di Unisin dei risultati ottenuti, come l'unificazione del tavolo sindacale che Abi ha sempre visto con favore”.

Per il segretario di Fabi, Lando Maria Sileoni "a livello politico il punto più impotante è stato il mantenimento dell'area contrattuale: se fossimo andati dal Governo avremmo rischiato di perderla. Ma avremo il contratto solo quando sarà approvato dalla maggioranza dei lavoratori: bisogna difenderlo sul campo con la stessa responsabilità che la vostra segreteria ha dimostrato durante la trattativa”.

Un richiamo all'unità è arrivato dal segretario Fiba, Giulio Romani: “al di là delle differenze oggi abbiamo capito tutti che c'è bisogno di lavorare insieme, quella del contratto è stata buona lezione. Ora c'è bisogno di unità per far capire il risultato ai lavoratori e guardare al futuro con la capacità di creare un progetto innovativo comune che non difenda solo l'esistente ma prenda il ruolo di guida del paese per uscire da questa situazione”. Proiettato verso il futuro anche il segretario Fisac, Agostino Megale: “Teniamo alta la bandiera di sfida del sindacato del credito che, pur piccolo, rappresenta una forza straordinaria perché mentre paese si spacca da noi viene un messaggio di speranza di un futuro possibile in cui se si lavora insieme possiamo farcela”. Marco Paolo Nigi, il segretario generale di Confsal, la federazione di cui fa parte Unisin, ha espresso “soddisfazione per la riunificazione del tavolo del credito perché tavoli separati sono un vantaggio per il datore di lavoro”.

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