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Università, ecco dove conviene studiare

01 settembre 2017 | 07.16
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di Laura Botti

E' partito il conto alla rovescia per l'inizio del nuovo anno accademico e migliaia di studenti italiani si apprestano ad iscriversi all'università. Dalle aspirazioni personali alla reputazione goduta dalla facoltà, sono tanti i fattori che influiscono sulla scelta di intraprendere un determinato corso di laurea. Non ultimo quello economico, variabile non solo in base a fascia di reddito e ambito di studi (secondo una ricerca Federconsumatori infatti gli studenti delle facoltà scientifiche pagano importi maggiori rispetto a quelli iscritti alle facoltà umanistiche) ma anche a seconda dell'ateneo. In Italia dove conviene studiare?

Dall'ultimo rapporto annuale di Federconsumatori sui costi delle università italiane emerge che sono gli atenei del Centro Italia ad imporre i contributi più bassi (per tutte le fasce ad eccezione dell'ultima): per la prima fascia di reddito la differenza rispetto alla media nazionale è del 30% e supera il 50% rispetto agli Atenei del Nord. A determinare questo risultato contribuiscono in buona parte le università dell'Emilia Romagna, che per le prime tre fasce di reddito prevedono considerevoli agevolazioni economiche.

Emblematico il fatto che la media regionale si attesti sui 158, 82 euro annui per chi rientra nella I fascia e sui 1607,75 euro all'anno per coloro che appartengono alla fascia più alta. L'ateneo più economico, per quanto riguarda la I fascia, è quello di Parma, che prevede contributi minimi di 158 euro, sia per le facoltà umanistiche che per quelle scientifiche. In merito alla fascia più alta, invece, è l'università di Bologna a richiedere i contributi più bassi, 1.462 euro per le facoltà umanistiche e 1,605 euro per quelle scientifiche.

Al contrario, nell'ambito della prima fascia l'ateneo più caro tra quelli considerati escludendo l'Università del Salento - per la quale non è stato possibile calcolare le riduzioni previste in quanto l'ammontare delle tasse viene stabilito in parte in base all'Isee e in parte in base alla media dei voti degli esami sostenuti - è l'Università di Verona, con 644,16 euro per le facoltà umanistiche e 698,16 euro per le facoltà scientifiche per la prima fascia di reddito.

Segue l'Università La Sapienza di Roma, che prevede contributi minimi di 588,00 euro per le facoltà umanistiche e di 619,00 euro per quelle scientifiche. Tuttavia da quest'anno l'ateneo della Capitale ha introdotto una serie di agevolazioni e riduzioni per agevolare l'accesso all'università, ad esempio l'esenzione completa per le matricole e gli iscritti in possesso di particolari requisiti di merito con Isee fino a 14.000 euro.

Se, invece, si considerano gli importi massimi, le tasse più alte sono quelle in vigore all'Università di Pavia: 3.483,27 euro per le facoltà umanistiche e 3.890,27 euro per le facoltà scientifiche. Nel complesso, le Università del Nord impongono rette più alte rispetto agli altri atenei italiani. Considerando la prima fascia di reddito, gli importi medi nelle Università settentrionali risultano superiori del +8,72% rispetto a quelli in vigore nelle Università del Sud e del +16,41% rispetto alla media nazionale.

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