(Adnkronos Salute) - "Certo - prosegue l'esperto - il vantaggio è che gli studenti francesi si giocano il loro destino in un anno e non in un solo giorno e l'esame permette di misurarsi sul terreno medico, non è generalista come in Italia. Ma c'è anche il risvolto della medaglia: se il sogno che si insegue è unicamente quello di diventare medico, fallendo l'esame di sbarramento si rischia di perdere praticamente un anno. Insomma, non credo che il modello francese sia perfetto".
Carrassi, nella sua riflessione, spezza invece una lancia in favore del test italiano: "La prova basata sui quiz per selezionare gli studenti all'inizio del ciclo di studi mi sembra tutto sommato ragionevole. A mio avviso bisognerebbe lavorare un po' sulle domande. Alcune sono discutibili. E si dovrebbe valutare la possibilità di introdurre qualche prova di tipo psico-attitudinale. Non è semplice trovare la soluzione più corretta che consenta di selezionare gli studenti più portati. Il modello italiano opportunamente modificato potrebbe essere la via giusta".