Sono 78.000 gli immatricolati in meno negli ultimi dieci anni. E' questo l'ennesimo ''bollettino di guerra'' che giunge dalle stanze del Ministero dell'Istruzione. Un primo allarme era stato lanciato lo scorso anno dal CUN, ma i dati diffusi dal Miur tracciano un quadro ancor più desolante. Il numero dei diplomati nelle scuole italiane rimane costante, ma circa un quarto degli studenti non si iscrive più all'università.
''Da anni denunciamo la continua 'privatizzazione' dell'università, intesa non solo come l'ingresso dei privati nella governance degli atenei, ma anche come restringimento dell'accesso ai corsi di laurea. - dichiara Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario - Basti pensare che circa il 57% dei corsi di laurea in Italia è a numero programmato. Un trend che di anno in anno aumenta e viene incentivato dallo stesso Miur, nonostante le proteste degli studenti in diversi atenei . E che continua ad allontanare l'Italia dalla possibilità di raggiungere il 40% di laureati entro il 2020, come stabilito a livello europeo''. (segue)