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Universita': Statale Milano, a Garattini laurea ad honorem e dolcevita

11 febbraio 2014 | 15.06
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Milano, 11 feb. (Adnkronos Salute) - Una laurea honoris causa in Chimica e tecnologia farmaceutiche, e una maglia bianca a collo alto. L'università degli Studi di Milano ha voluto premiare così Silvio Garattini, 'farmacologo in dolcevita' di fama internazionale, protagonista oggi nell'Aula magna di via Festa del Perdono della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2013-2014, il novantesimo dalla fondazione dell'ateneo che aprì i battenti l'8 dicembre 1924. Momento centrale della giornata la laurea ad honorem a Ctf per Garattini. Che al termine della cerimonia ha ricevuto in omaggio dal rettore Gianluca Vago anche una delle inseparabili maglie, diventate negli anni il suo segno distintivo.

Lo scienziato, nato a Bergamo il 12 novembre 1928 e laureato in Medicina a Torino, è stato proclamato Dottore magistrale ad honorem in Chimica e tecnologia farmaceutiche "per aver contribuito allo sviluppo delle conoscenze farmacologiche e delle loro applicazioni alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie - recita la motivazione - fondando e dirigendo l'Istituto di ricerche farmacologiche 'Mario Negri', uno dei più prestigiosi enti di ricerca mondiali, e per aver rappresentato con rigore e passione, nel corso della sua lunga attività professionale, le ragioni e la funzione civile e sociale della scienza".

"Considero questa laurea ad honorem non un premio alla carriera - ha commentato Garattini - ma uno stimolo a impegnarmi ancora di più nella difesa delle regole che si è data l'intera comunità scientifica, e non solo quella impegnata nella ricerca biomedica. Assistiamo, purtroppo e soprattutto nel nostro Paese, a diversi tentativi di mettere in discussione il metodo su cui si fonda l'avanzamento delle conoscenze scientifiche a livello mondiale. Questo non possiamo e dobbiamo permetterlo. In gioco c'è il futuro del Paese, a partire da quello delle giovani generazioni che in questo ateneo si stanno formando e che con il resto del mondo devono poter continuare a confrontarsi". (segue)

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