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Universita': Zaia, no a test ingresso Medicina

14 marzo 2014 | 13.21
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Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - "A Verona 1.500 iscritti ai test di Medicina per accedere a 177 posti; a Padova, dove devono ancora essere chiuse le preiscrizioni, non dovrebbe andare meglio. Non è così che si possono trovare e scegliere i migliori. Non è un test a crocette fatto a 18 anni che può dire se un giovane potrà essere un bravo medico. In Italia siamo di fronte ad un sistema di accesso allo studio troppo simile a una lotteria, che finisce per penalizzare tanti giovani intelligenti e volonterosi, che va profondamente modificato o addirittura eliminato". Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, alla luce dei dati sulle possibilità di accesso alle Facoltà di Medicina di Padova e Verona.

"Tutti devono poter dimostrare il loro valore - prosegue Zaia - e devono poter partire con pari opportunità, poi saranno gli studi e gli esami a fare la vera selezione, basata sulle capacità di ognuno, sulla preparazione e sul sapere. Questo comporta più severità e più selezione nel corso degli studi, ponendo ad un certo punto un'asticella che se non la superi sei fuori. Penso ad esempio ad uno sbarramento basato sulla regolarità degli esami rispetto ai piani di studio, che potrebbe essere collocato dopo il primo anno, che può anche essere di 'ambientamento'. Questo perché l'università non debba mai essere considerata un parcheggio per nullafacenti".

"Le nostre università, per Medicina ma anche per altre facoltà, sono - aggiunge Zaia - tra le top five d'Italia e reggono alla grande anche i confronti internazionali più probanti e quindi vogliamo che tutti i nostri ragazzi abbiano la possibilità di misurarsi sul campo nella disciplina che hanno scelto. Anche la riforma Carrozza - incalza Zaia - è da rifare, soprattutto per quanto riguarda le borse di studio di specialità. Con il sistema attuale noi stanziamo dei finanziamenti che potrebbero essere usati anche per uno specializzando dall'altra parte del Paese, e questo è discriminante per i nostri giovani. Con i soldi dei veneti è giusto sostenere lo studio e la carriera dei ragazzi veneti, il cui talento è fuor di dubbio come dimostrano i riconoscimenti nazionali e internazionali che molti di loro ottengono".

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