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Urtisti e comunità ebraica in piazza contro Marino: "Non mantiene le promesse"

09 settembre 2015 | 16.44
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Urtisti e comunità ebraica in piazza contro Marino:

Urtisti e venditori di souvenir in piazza sotto il Campidoglio per protestare contro l'amministrazione comunale che li ha costretti a traslocare dalle aree archeologiche di Roma. Accanto a loro c'è tutta la Comunità ebraica romana che sostiene con forza la protesta. Quasi tutti gli urtisti della Capitale infatti sono ebrei, da quando una Bolla papale permise loro di vendere souvenir religiosi.

'Marino hai tolto gli urtisti, hai lasciato gli abusivi', 'Il sindaco offende la comunità ebraica con false promesse', 'Cancellati 100 anni di storia di Roma' si legge sui cartelli e striscioni dei manifestanti.

"Siamo qui per difendere la dignità di famiglie che da mesi sono senza lavoro - ha detto il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, presente alla manifestazione - Le promesse e i rinvii del Campidoglio sono intollerabili, per questo vogliamo sostenere questa categoria che in questo momento è gravemente a rischio".

Secondo Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, "scendere oggi in piazza al fianco di questa categoria che ha promosso questa manifestazione era per noi assolutamente doveroso. La maggior parte delle famiglie degli urtisti titolari delle licenze storiche sono membri della comunità, oltre il 99%. Queste famiglie stanno chiedendo di poter lavorare come gli è stato assicurato e garantito dal sindaco in primis e dall'amministrazione".

"Queste promesse non hanno avuto riscontro e gli incontri previsti per definire in maniera netta e conclusiva la vicenda permettendo a queste persone di tornare a lavorare ad oggi sono stati tutti rimandati, compreso quello odierno - aggiunge- Non è possibile tollerare una situazione del genere. Noi come comunità ci stiamo facendo carico di queste famiglie attraverso i nostri organi assistenziali". Fra la Comunità ebraica romana e il Campidoglio la crisi è sempre più palese. "Una crisi c'è, è innegabile, altrimenti non staremmo qua", spiega Dureghello.

"È la prima volta nella storia della Comunità che manifestiamo in questa maniera accanto a una categoria sotto la sede dell'amministrazione. Mai ci saremmo immaginati di doverlo fare. Il nostro percorso - conclude - è stato sempre a disposizione delle istituzioni, sinergico con le istituzioni e con la città. Ma oggi questo ci è impedito".

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