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Usa bloccano nomina palestinese Fayyad come inviato Onu in Libia

11 febbraio 2017 | 12.27
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Nikki Haley, nuova rappresentante americana presso l'Onu (Foto di Sam Holland, da Wikipedia)
Nikki Haley, nuova rappresentante americana presso l'Onu (Foto di Sam Holland, da Wikipedia)

Gli Stati Uniti hanno bloccato la nomina dell'ex primo ministro palestinese Salam Fayyad come nuovo inviato dell'Onu in Libia al posto del tedesco Martin Kobler. Washington "non sostiene il segnale che questa nomina darebbe alle Nazioni Unite" dove la Palestina non è membro a titolo pieno, si legge in una dichiarazione diffusa da Nikki Haley, la nuova rappresentante americana presso l'Onu. "Per troppo tempo l'Onu è stato ingiustamente parziale in favore dell'Autorità palestinese a discapito dei nostri alleati in Israele", ha aggiunto la Haley, secondo quanto riferisce il sito Politico.

L'altolà americano giunge dopo che il nuovo segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha informato in settimana il Consiglio di Sicurezza dell'intenzione di nominare Fayyad come inviato in Libia. I membri del Consiglio avevano tempo fino a ieri sera per sollevare obiezioni. L'intervento della Haley, che si dice "delusa" dal'iniziativa di Guterres, blocca la nomina.

Primo ministro palestinese fra il 2007 e il 2013, il 64enne Fayyad è stato anche ministro delle Finanze dell'Anp. L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha salutato la mossa americana come "l'inizio di una nuova era all'Onu in cui gli Stati Uniti appoggiano Israele fermamente e senza rimorsi", riferisce il sito Times of Israel.

MUSTAFA BARGHOUTI - "Questa reazione è inaccettabile e priva di senso specialmente perché afferma che la Palestina non è uno Stato. Invece la Palestina è uno Stato riconosciuto da 139 Paesi e con relazioni diplomatiche con moltissimi Paesi nel mondo". E' quanto afferma ad Aki-Adnkronos International Mustafa Barghouti, membro del comitato esecutivo dell'Olp e leader del gruppo 'Iniziativa Nazionale Palestinese'.

"Penso che questo ostruzionismo sia inaccettabile e scorretto - prosegue Barghouti - e non potrà negare il diritto dei palestinesi a uno Stato e ad essere trattati con uguaglianza da tutti gli altri Paesi del mondo".

Secondo il politico e attivista, a preoccupare in questo momento i palestinesi non è solo il rifiuto sulla nomina di Fayyad ma anche altre questioni, a partire dalla legge approvata dal Parlamento israeliano che regolarizza circa 4mila insediamenti israeliani nei territori occupati. "I palestinesi sono turbati anche da altre questioni tra le quali la mancata reazione (internazionale, ndr) per la nuova confisca israeliana di terre palestinesi e anche per la debole reazione americana nei confronti delle attività di colonizzazione - conclude Barghouti - Pensiamo che questo sia rischioso e pericoloso per entrambi i popoli della regione".

SALAM FAYYAD - E' "assolutamente ridicola" la posizione degli Usa sulla nomina dell'ex premier palestinese Salam Fayyad. Lo ha dichiarato la dirigente dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), Hanan Ashrawi, commentando la dichiarazione diffusa da Nikki Haley.

"Non c'è alcuna logica" che possa spiegare la posizione degli Usa, ha aggiunto la Ashrawi in un'intervista da Ramallah all'emittente al-Jazeera. "E' una discriminazione del popolo palestinese", ha proseguito la dirigente dell'Olp, sostenendo che il "rifiuto" di Fayyad è "illogico" in quanto l'ex premier palestinese è la "persona più qualificata" per ricoprire l'incarico e ha "standard altissimi di professionalità e integrità". Il comunicato della Haley, ha concluso la Ashrawi, rappresenta "un precedente" che esclude "i palestinesi dalla partecipazione nell'arena internazionale sulla base dell'identità nazionale".

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