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Usa-Cina, Berkofsky (Ispi): "Biden attento, politiche non cambiano"

11 novembre 2021 | 16.25
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'Xi Jinping un po' come Mao, un po' come Kim, nessuna aspettativa vertice con Biden'

Afp
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La "dichiarazione congiunta" tra Stati Uniti e Cina per rafforzare l'azione contro i cambiamenti climatici annunciata a sorpresa ieri alla Cop26 di Glasgow, disertata da Xi Jinping. La "risoluzione storica" del Partito comunista cinese che consolida lo strapotere di Xi, che non lascia i confini del gigante asiatico da 21 mesi. E l'atteso vertice del leader cinese con Joe Biden. "Le politiche cinesi non sono cambiate e il presidente americano dovrebbe stare attento", dice all'Adnkronos Axel Berkofsky, co-head Ispi Asia Center, docente dell'Università di Pavia, critico nei confronti di una Cina che "pensa di poter risolvere i problemi firmando assegni", cosa che "non funziona con gli Usa".

"La 'risoluzione storica' è un biglietto non solo per rimanere presidente per sempre, ma anche segretario generale per sempre - osserva - Xi non è andato a Glasgow. Si comporta come il leader nordcoreano Kim Jong-un che non esce dal Paese. Un po' come Mao Zedong che lasciò il Paese due volte per andare a Mosca. Ha iniziato a vestirsi come Mao, sembra pensare davvero di essere il suo successore".

E il vertice virtuale che, secondo Politico potrebbe tenersi lunedì prossimo tra Biden e Xi, arriva - sottolinea Berkofsky - dopo che "per tutto l'anno da Giappone e Stati Uniti sono giunte dichiarazioni sulle politiche aggressive cinesi, su Taiwan", l'isola per cui il leader cinese ha di recente ribadito l'obiettivo della "riunificazione". "Non credo ci saranno grandi sviluppi" con il summit perché - rileva - "i problemi restano le politiche cinesi" e riguardano i "core interests" del Dragone. Leggi Taiwan, Tibet, Hong Kong, Xinjiang.

"E tutti quei problemi che sono stati sollevati dall'Amministrazione Biden - rimarca con il pensiero rivolto al duro confronto durante i colloqui di marzo in Alaska - ci sono ancora". Ed è difficile un "cambiamento di rotta" visto che "non cambiare posizione è la strada sicura". Inoltre, "Xi resta un enigma" e Berkofsky dice di "non vedere un dialogo tra due leader", un dialogo vero che vada oltre "le dichiarazioni note" anche perché "all'interno della Cina c'è chi spinge su Xi e l'entourage affinché dia prova di forza e non ceda a nessuna richiesta americana, occidentale".

"Sicuro" che il vertice virtuale tra Biden e Xi finirà per essere "presentato dalla stampa ufficiale cinese come un'udienza concessa dal 'grande leader' Xi a Biden", Berkofsky invita alla "prudenza". E conclude: "Anche sul clima, la Cina resta il Paese in cui il 60% dell'energia viene dal carbone, esattamente come dieci anni fa, ed è clamoroso". Solo ieri si è registrato un nuovo record della produzione di carbone nel gigante asiatico: 12,05 milioni di tonnellate, 120mila tonnellate in più della giornata precedente.

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