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Usa-Cina, Sisci: "dopo il pallone-spia escalation retorica senza precedenti"

09 febbraio 2023 | 10.17
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Usa-Cina, Sisci:

Con i palloni-spia, le notizie sulla superiorità numerica cinese in termini di missili balistici, i missili a carburante solido nordcoreani, negli Stati Uniti "è improvvisamente cambiata la percezione della minaccia cinese": a Washington "in pochi giorni il livello della retorica è cambiato e si respira grandissimo nervosismo". A spiegare l'effetto della crisi provocata dalla comparsa del pallone aerostatico cinese sui cieli americani è il sinologo Francesco Sisci, parlando con l'Adnkronos.

"Si stava preparando un vertice, un incontro, un viaggio del segretario di Stato americano Antony Blinken in Cina per cercare di incanalare un rapporto bilaterale, teso, ma entro certi limiti", ricostruisce Sisci. "Alla vigilia di questo viaggio, gli americani scoprono il pallone-spia, parte di un programma molto più vasto. Non solo: arrivano notizie secondo cui i cinesi avrebbero più sistemi di lancio di missili balistici intercontinentali degli Stati Uniti. Infine si parla di missili a carburante solido, che potrebbero arrivare dalla Corea del nord. All'improvviso gli Stati Uniti sembrano scoprire che la Cina non è più solo una minaccia economica, ma una vera minaccia militare". (segue)

- "Questo - sottolinea il sinologo - cambia la percezione della dimensione della minaccia: prima sembrava una minaccia che - se militare - era solo regionale: per Taiwan, il Mar cinese meridionale, per l'India. Adesso, con questo pallone, i missili balistici, i nuovi missili a carburante solido dalla Corea del Nord, la Cina diventa agli occhi degli americani anche una minaccia militare diretta per gli Stati Uniti".

Il cambiamento di percezione che questo ha prodotto a Washington è palpabile, sottolinea Sisci. "In pochi giorni il livello della retorica è cambiato, c'è grandissimo nervosismo, non si capisce come - e se - questa situazione possa placarsi, perché sembra peggiorare di giorno in giorno, almeno a Washington. A Pechino d'altra parte sembra che non capiscano la gravità della situazione, forse perché la Cina già da tempo aveva percepito il pericolo, la minaccia di uno scontro con gli Stati Uniti". "Non mi sembra insomma - osserva lo studioso - che ci sia lo stesso grado di allarme a Pechino e a Washington e questo potrebbe essere molto pericoloso: pericoloso il fatto che gli Stati Uniti si stiano allarmando sempre di più mentre la Cina sembra non abbastanza allarmata da questa situazione e anche l'attuale escalation di retorica, che non ha precedenti dai tempi della guerra fredda con l'Unione Sovietica".

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