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Usa: Hillary non convince, Nyt pubblica lista domande su emailgate

11 marzo 2015 | 12.03
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Per la stampa americana le spiegazioni date dall'ex segretario di Stato sul fatto di aver usato la mail personale invece di quella governativa "per comodità" non bastano e sono ancora tante le domande senza risposta. Il W.Post attacca, doveva mettere il dovere davanti al suo interesse.

Hillary Clinton durante la conferenza stampa ieri all'Onu - (Foto Infophoto)
Hillary Clinton durante la conferenza stampa ieri all'Onu - (Foto Infophoto)

Si è presentata davanti alla stampa per dare le sue spiegazioni sull'emailgate, la vicenda della casella di mail privata usata al dipartimento di Stato che rischia di mettersi di traverso sulla strada verso la Casa Bianca, ma Hillary Clinton non ha convinto la stampa americana. Anzi, se Politico scrive che in fondo il messaggio ai giornalisti dell'ex first lady, nonostante l'apparente gentilezza e disponibilità, è stato "andate al diavolo", tutti i principali quotidiani sottolineano come le spiegazioni, e il rammarico, perché scuse non sono state, espressi ieri, lasciano ancora molte domande senza risposta.

In particolare, il New York Times, che è stato il primo giornale a rivelare l'esistenza dell'account di mail privata, pubblica la lista delle "domande a cui ha risposto e quelle a cui non ha risposto". Mentre il Washington Post sottolinea che, come segretario di Stato, Clinton "doveva mettere il dovere prima della comodità", stigmatizzando il fatto che si è difesa dicendo di aver scelto di usare un solo account di posta, quello personale, per non dover andare in giro con due smartphone.

"Ha preso la sua decisione in base a quello che era conveniente per lei, non per gli americani" rincara la dose il quotidiano di Washington, sottolineando che con le sue spiegazioni l'ex first lady ha finito per confermare di aver operato in una "zona grigia".

Insomma, secondo la stampa americana, le dichiarazioni di Clinton, non chiudono la vicenda, perché rimangono ancora molte le domande senza risposta, in particolare riguardo al fatto che con il suo operato ha violato una direttiva dell'amministrazione Obama per l'uso esclusivo delle mail governative per le comunicazioni ufficiali.

"Sapeva la Clinton di questa direttiva? Qualcun altro sapeva che lei usava solo la mail privata? Nessuno ha sollevato obiezioni?", si domanda il Post che si interroga anche sulle migliaia di mail definite personali che la Clinton ha distrutto, a differenza delle decine di migliaia che invece ha consegnato al dipartimento di Stato. Dipartimento che ha annunciato che intende pubblicare queste mail. Anche il Times, nella sua lista di domande, sottolinea come Clinton non abbia chiarito se qualcuno sopra di lei, vale a dire la Casa Bianca, le avesse permesso l'eccezionale uso della mail privata. "Clinton non ha risposto a questa domanda, limitandosi a dire di non aver violato nessuna regola"

Nella conferenza stampa di ieri alle Nazioni Unite a New York, Clinton ha detto che "con il senno di poi, sarebbe stato meglio, più intelligente" usare la mail del dipartimento di Stato, spiegando di aver scelto altrimenti per "comodità, ho pensato che sarebbe stato più semplice portare in giro un solo smartphone invece di due ". Ed ha poi garantito che non vi erano problemi di sicurezza dal momento che il sever usato era uno che era stato creato per l'ex presidente Bill Clinton dal Secret Service.

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