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Usa: Obama su sergente, fatto tornare soldato a casa, punto e basta

03 giugno 2014 | 13.24
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"A prescindere dalle circostanze della sua cattura, qualsiasi esse siano state, abbiamo fatto tornare un soldato americano a casa, punto e basta. Questo è quello che ogni madre e padre che inviano i figli al fronte si devono aspettare non solo dal comandante in capo ma dagli Stati Uniti". Così Barack Obama risponde, da Varsavia, alle polemiche provocate dallo scambio con cinque detenuti di Guantanamo, di Bowe Bergdahl, il sergente rapito cinque anni fa in Afghanistan e che, secondo alcune fonti, sarebbe stato catturato dai talebani dopo che si era allontanato dalla sua unità.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Obama ha detto che ancora non si hanno elementi certi sulla cattura anche perchè "non abbiamo potuto parlare" con Berghdahl che si trova ricoverato in un ospedale militare americano in Germania dove "si sta riprendendo da cinque anni di prigionia". E il presidente ha sottolineato che sono state proprio le "preoccupazioni" per la salute del militare a spingere a "cogliere l'opportunità" che si era presentata di uno scambio, "grazie alla collaborazione del Qatar".

Obama ha poi ribadito che, come è successo per gli altri detenuti di Guantanamo, che in Quatar i detenuti rilasciati "saranno tenuti sotto controllo, verranno monitorate le loro attività". Le parole di Obama arrivano dopo che molti esponenti repubblicani al Congresso hanno chiesto di avviare un'inchiesta sullo scambio che, secondo loro, crea un pericoloso precedente e potrebbe aver anche violato la legge. Obama ha difeso il suo operato, ricordando di aver fatto quello che altri presidenti americani, "ad un certo punto vuoi far tornare a casa i tuoi".

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