Washington, 26 feb. (Adnkronos/Washington Post) - Il Credit Suisse ha aiutato gli americani più ricchi a nascondere miliardi di dollari al fisco per diversi anni. E' quanto si legge in un rapporto di 175 pagine di una sottocommissione del Senato americano che sarà pubblicato oggi, in cui si accusa il dipartimento di Giustizia di aver fatto troppo poco per ottenere dalla banca svizzera i nomi dei circa 22mila clienti americani.
In effetti, è da quattro anni che il procuratori federali si stanno occupando della vicenda, hanno incriminato sette banchieri e lanciato un'inchiesta nei confronti della banca, ma - si sottolinea nel rapporto - nessun caso è ancora arrivato a processo. Dal dipartimento di Giustizia si replica che sono 73 i correntisti e 73 i banchieri e i consulenti finanziaria che sono stati incriminati per evasione fiscale off shore sin dal 2009. I procuratori federali, spiegano ancora dal ministero americano, sono stati bloccati nel loro lavoro dal governo svizzero che ha impedito alle banche di consegnare informazioni dopo che la sua banca più grande, Ubs, le diede per 4700 conti nel 2009.
Ma per i senatori, ha spiegato Carl Levin, democratico che preside la sottocommissione d'inchiesta, si deve fare di più: "Il dipartimento di Giustizia deve usare strumenti legali che ha e non dipendere dalla magistratura svizzera. Recuperare le tasse dagli evasori è di importanza vitale per il nostro debito - ha detto- ed a parte questo, c'e' una questione di giustizia, queste persone stanno frodando non solo il governo americano ma gli americani onesti che pagano le tasse". Oggi sono attese le testimonianze del ceo della Credit Suisse Brady Dougan e del vice attorney general James Cole.