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Usa, stella del football rompe un tabù e fa coming out: ''Sono gay''

10 febbraio 2014 | 12.58
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Usa, stella del football rompe un tabù e fa coming out:  ''Sono gay''

New York, 10 feb. (Adnkronos/Ign) - Michael Sam, stella della squadra di football americano dell'Università del Missouri, ha rivelato di essere gay. Con il suo coming out, l'anno prossimo sarà il primo giocatore della Nfl dichiaratamente omosessuale. Lo ha annunciato con un'intervista al New York Times, compiendo un gesto che rompe un tabù molto radicato in uno sport come il football.

"Sono gay. Li ho guardati negli occhi (i suoi compagni, ndr) e hanno agitato la testa come per dire 'finalmente è uscito allo scoperto'", ha confessato Sam nell'intervista, la prima nella quale parla pubblicamente del suo orientamento sessuale, rivelato alla sua squadra diversi mesi fa.

La rivelazione di Sam, 24 anni, arriva prima che si celebri, a maggio, il draft dell'Nfl, dove potrebbe essere scelto, secondo gli esperti, a partire dal terzo giro. Nel football americano, considerato il grande "sport dei maschi", non c'è nessun giocatore dichiaratemente omosessuale tra i 1.600 professionisti e le polemiche per i commenti omofobi sono ricorrenti.

A dispetto di quanto sia progredita sotto questo aspetto la società statunitense, non c'è pubblicamente nessun giocatore gay in nessuna delle quattro grandi leghe professioniste: NFL (football americano), NBA (basket), NHL (hockey su ghiaccio) e MLB (baseball).

"Non sono ingenuo, so che questo è un grande tema e so quanto sia importante, ma il mio obiettivo adesso è giocare in Nfl", ha aggiunto Sam.

''Ammiriamo la trasparenza e il coraggio di Michael Sam. Siamo pronti ad accoglierlo e a sostenerlo nel 2014'', fa sapere la National Football League. ''Michael è un giocatore. Ogni giocatore con qualità e determinazione può avere successo nella NFL'', dice Greg Aiello, vicepresidente della comunicazioni della lega.

Il coming out di Sam ovviamente è destinato a fare da spartiacque nella storia della National Football League. Non è detto, però, che il protagonista della vicenda riesca a trovare un posto in una squadra della lega. Prima dell'annuncio, Sam non rientrava tra i prospetti migliori secondo gli scout della NFL. Le sue doti verranno valutate nella 'combine' in programma dal 22 al 25 febbraio, il tradizionale appuntamento nel quale i talenti universitari vengono esaminati da coach e manager. La taglia di Sam (186 centimetri per quasi 120 chili) è 'small' per un defensive end. Gli 11,5 sack (placcaggi del quarterback avversario) nell'ultima stagione NCAA vanno analizzati con attenzione: ben nove sono arrivati contro tre squadre considerate 'spazzatura' a livello di college.

''I suoi numeri sono pompati'', dice uno scout al magazine Sports Illustrated. Tra i pro, dove la velocità e la fisicità del gioco sono nettamente superiori rispetto al campionato NCAA, Sam potrebbe forse aspirare a un ruolo da specialista, un difensore impiegato solo in determinate situazioni di gioco. Non sarebbe certo un protagonista nel roster di 53 giocatori. Molte squadre, probabilmente, non sarebbero pronte a gestire un giocatore destinato a monopolizzare l'attenzione morbosa dei media. ''Se non è Superman, perché sceglierlo?'', si domanda un anonimo ex dirigente, come riferisce SI. Se fino a ieri era realistico ipotizzare una scelta nel quarto giro del draft per Sam, ora il rischio concreto è di veder scivolare il nome del defensive end fino al settimo giro. O, addirittura, nell'anonimato degli 'undrafted'. ''Ogni giornalista si presenterebbe negli spogliatoi, ogni testata dalla rivista di arredamento al Today Show. Un general manager si chiederebbe: 'Perché ci stiamo sottoponendo a questo?'''. Per non parlare, poi, della reazione degli eventuali compagni di squadra. ''Non credo che il football sia ancora pronto - dice un assistente, attualmente nei quadri tecnici di una franchigia -. Tra 10 o 20 anni sarà una situazione accettata. Ma in questo momento sono ancora molto comuni le offese con riferimenti alla sessualità. Sarebbe un elemento destinato a portare instabilità nello spogliatoio''.

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