Un detenuto su 25 rinchiusi nel braccio della morte delle prigioni americane è innocente. E' quanto emerge da uno studio shock realizzato da quattro giuristi americani che considerano che oltre il 4% delle sentenze capitali emesse dai tribunali americani rischiano di mandare a morte un innocente. A scioccare è il fatto che il numero indicato da questa percentuale risulta essere oltre il doppio dei casi di condannati alla pena di morte che sono stati poi scagionati nei 30 anni che lo studio ha preso in analisi, sottolinea oggi l'Huffington Post.
"La grande maggioranza degli innocenti condannati a morte non sono stati identificati e scarcerati, e l'obiettivo del nostro studio è quello di rendere conto proprio di loro", ha affermato Samuel Gross, professore della Law School della University of Michigan che ha guidato l'equipe di ricerca che ha analizzato 7482 condanne a morte pronunciate tre il 1973 e il 2004. Di queste 117, vale a dire l'1,6%, condannati sono riusciti a dimostrare in aula la propria innocenza.
Ma Gross sostiene che il 4,1% di quei condannati sarebbero risultati essere innocenti: si tratta di oltre 200 detenuti, la maggior parte dei quali hanno ottenuto negli appelli la commutazione della pena capitale in ergastolo, senza però riuscire a dimostrare la propria innocenza. Nel periodo perso in analisi, infatti, il 35% delle pene di morte sono state commutate in ergastolo. "E' una ricerca impressionate, che indica che il problema dell'innocenza è molto più grave di quanto pensassimo", ha dichiarato Richard Dieter, direttore del Death Penalty Information Center.