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Usa, trabocchetto 'Parmesan' per 2/3 dei consumatori

25 marzo 2016 | 15.10
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Oltre i due terzi dei consumatori americani sono indotti in inganno dal “parmesan”, che richiama nel nome e negli elementi grafici delle confezioni un prodotto italiano anche quando, in realtà, non ha nulla a che vedere né con il nostro Paese né con il vero Parmigiano Reggiano. Lo rileva una ricerca curata da Aicod che conferma una forma di inganno che il Consorzio del Parmigiano Reggian o ha già denunciato nella sede del Parlamento Europeo.

Un fenomeno che interessa 100mila tonnellate di prodotto americano (più di 10 volte il volume delle importazioni di Parmigiano Reggiano originale dall’Italia) e costituisce “un pesante pregiudizio rispetto all’aumento delle esportazioni e un intollerabile inganno a carico di consumatori che, al contrario, stanno sensibilmente aumentando la richiesta di prodotti originali e di alta qualità”, spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti.

Il formaggio made in Usa e denominato “parmesan” è considerato “italiano” dal 38% dei consumatori americani; situazione che si aggrava quando le confezioni sono caratterizzate da elementi di “italian sounding” (come la bandiera tricolore o monumenti e opere d’arte italiane): in questo caso, infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di acquistare un prodotto made in Italy.

Uscendo dai soli States, stando a quanto rileva la Coldiretti ben due prodotti alimentari di tipo italiano su tre in vendita sul mercato internazionale sono il risultato dell’agropirateria internazionale che sul falso Made in Italy fattura 60 miliardi di euro nel mondo. E in testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a partire proprio dal Parmigiano Reggiano sostituito negli Usa dal Parmesan prodotto in Wisconsin o in California.

Ed è proprio negli Usa che la produzione annuale di imitazioni dei formaggi italiani raggiunge negli Usa il quantitativo record di quasi 2.228 milioni di kg, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, tanto da aver superato addirittura la stessa produzione di formaggi americani come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack.

Uno 'scippo' che riguarda anche denominazioni tutelate dall’Unione europea con la produzione di Parmesan statunitense che ha raggiunto i 144 milioni di chili, circa la metà di quello originale realizzata in Italia. Se gli Stati Uniti sono i 'leader' della falsificazione, le imitazioni dei formaggi italiani sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo e nei Paesi emergenti, dove spesso il falso è arrivato prima delle produzioni originali.

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