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Usa, tutti contro tutti alla sfida tv tra repubblicani

29 ottobre 2015 | 09.21
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(foto Afp) - AFP
(foto Afp) - AFP

Tutti contro tutti al dibattito televisivo che ha riunito a Boulder in Colorado dieci dei 14 aspiranti candidati repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti. I due outsider favoriti dai sondaggi, il miliardario Donald Trump e il neurochirurgo afroamericano Ben Carson, sono stati sotto attacco fin dall'inizio con i rivali che li hanno presi di mira per la loro mancanza di esperienza politica. Assenti per gran parte del dibattito, sono entrambi apparsi sulla difensiva.

L'ex governatore della Florida, Jeb Bush, ha attaccato frontalmente il suo ex protetto, Marco Rubio, invitandolo a dimettersi da senatore dato che è spesso assente dall'aula per curare la sua campagna. E Bush è stato attaccato dal governatore del New Jersey, Chris Christie, che lo ha accusato di parlare di regolamento del gioco d'azzardo quando ci sono problemi ben più gravi come il deficit e l'avanzata dello Stato Islamico.

Il senatore texano texano Ted Cruz ha invece preso di mira i giornalisti della Cnbc che moderavano il dibattito, accusandoli di aizzare i candidati come in uno scontro di wrestling. Parere condiviso da Reince Preibus, presidente del Comitato Nazionale Repubblicano che sovrintende la campagna del partito. "La Cnbc - ha twittato - dovrebbe vergognarsi di come sta conducendo il dibattito". "Dibattito caotico" titola il Washington Post, che come altri media nota soprattutto l'occasione persa di Jeb Bush, candidato favorito dall'establishment repubblicano che ancora una volta non è riuscito a brillare.

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