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Vacanze troppo corte per un italiano su 4. E il rientro è carico di ansia e preoccupazioni

29 agosto 2014 | 16.18
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Tra i pensieri da scacciare: i problemi di lavoro (47%), il ritorno alla vita da pendolare (32%) e la sveglia al mattino (21%). Lo psichiatra: "E' la sindrome da rientro", colpa della "velocità con cui si passa dalla modalità 'off' (vacanza, buon tempo, ozio e pensieri zero) alla modalità 'on' (lavoro, obiettivi, scadenze, tempo risorsa perduta)"

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Fisicamente appesantiti per colpa di stravizi e pasti irregolari, in apprensione per i carichi di lavoro incombenti e irritati da ferie 'mordi e fuggi'.

Per un italiano su 4 le vacanze sono state troppo corte e per uno su 2 il ritorno in città è all'insegna dell'ansia e della preoccupazione, mentre uno su tre (34%) si sente fisicamente appesantito dopo le troppe 'licenze' estive. Così circa 6 italiani su 10 fino all'ultimo evitano di pensare alla solita routine che li aspetta; gli altri pensieri da scacciare sono le ansie del posto di lavoro (47%), il ritorno alla vita da pendolare (32%) e la sveglia al mattino (21%).

I rimedi? Gli esperti sono chiari: corretta idratazione, sana alimentazione e attività fisica mirata. E' quanto emerge da uno studio di In a Bottle, condotto con metodologia Woa (Web Opinion Analisys) raccogliendo le opinioni di circa 1100 italiani, uomini e donne, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community digitali, e su circa 40 esperti tra psicologi, sociologi e nutrizionisti, che spiegano come 'superare' il post-vacanze.

Circa due italiani su 10 (19%) per vari motivi ha dovuto rinunciare alle classiche vacanze estive ma per il 24% degli italiani queste sono state troppo corte e sono volate via subito, complice anche il bisogno di staccare dopo un anno intenso. Il 16% dichiara di essersela spassata mentre il 17% afferma di essersi rilassato abbastanza. Tuttavia l'approccio al ritorno in città avviene per un italiano su 2 all'insegna dell'ansia (23%) e preoccupazione (28%), il 27% risulta addirittura depresso e solo il 21% si dichiara tutto sommato sereno. Ma perché dopo un periodo di riposo il nostro organismo si sovraccarica di stress anziché rilassarsi? "La fase del rientro risulta talvolta insidiosa e la ripresa lavorativa, oltre che delle abitudini quotidiane, può generare disagio - spiega Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano - Alcuni studi suggeriscono che è il 50% dei vacanzieri a soffrire di questa sindrome da rientro''.

''La sintomatologia -avverte- può essere caratterizzata da senso di stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, sensazione di stordimento, confusione, attivazione neurofisiologica con tachicardia, iper-sudorazione, dolori muscolari, oltre che sintomi a maggior connotazione affettiva come perdita di entusiasmo, irritabilità, rimuginio e chiusura relazionale".

C'è poi un italiano su tre (34%) che si sente fisicamente appesantito. "La vacanza spesso determina alcuni effetti nocivi sulla salute - afferma Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, specialista in Scienza della Nutrizione Umana all'Università Sapienza di Roma - Spesso è sinonimo di sregolatezza di orari, cambi dei ritmi sonno-veglia. Si tende ad eccedere con gli alcolici, altro fattore nocivo per l'integrità cellulare, e talvolta ci si lancia in sport estremi o di resistenza senza l'adeguato allenamento o preparazione alimentare. Così si rischia di tornare dalle vacanze con qualche chilo di troppo, in particolare questo accade alle persone che tendono ad ingrassare e che durante la vacanza non hanno potuto o voluto mantenere il loro corretto regime alimentare".

Per gli esperti un buon recupero può iniziare da una corretta idratazione. "E' fondamentale - spiega Piretta - per permettere un corretto afflusso di sangue ai tessuti, e quindi agli antiossidanti di raggiungere tutte le cellule e 'recuperarle' dopo i danni arrecati dai radicali liberi. Inoltre è importante ricordare che tutte le reazioni chimiche cellulari avvengono solo se è presente l'acqua e questo ci deve far comprendere quanto sia essenziale questo elemento anche per ammortizzare la sindrome da rientro".

Molto importante, infine è procedere con gradualità. "Un elemento che - conclude Cucchi - può determinare le difficoltà è la velocità con cui si passa dalla modalità 'off' (vacanza, buon tempo, ozio e pensieri zero) alla modalità 'on' (lavoro, obiettivi, scadenze, tempo risorsa perduta). Questo determina un'attivazione neurofisiologica scoordinata, che si fa sentire con i segni della tensione prima che con la reazione di risposta adattiva al cambiamento".

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