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Vaccini, Codacons denuncia Germania per violazione regole Ue

31 dicembre 2020 | 12.33
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Esposto a procure di Roma e Milano per reato commesso all’estero a danno di cittadini italiani

Vaccini, Codacons denuncia Germania per violazione regole Ue

Il caso delle 30 milioni di dosi di vaccino anti-Covid acquistate dalla Germania al di fuori degli accordi europei, finisce al vaglio delle Procure della Repubblica di Roma e Milano. Il Codacons presenterà infatti domani un formale esposto finalizzato a fare luce sulla vicenda. "La magistratura italiana è chiamata a pronunciarsi su un possibile reato commesso all’estero a danno di cittadini italiani, e questo legittima il ricorso alle due Procure -spiega il Codacons nel motivare l’iniziativa legale- Con tale esposto vogliamo capire se le decisioni assunte dal governo tedesco in merito alla fornitura di vaccini abbiano violato o meno le regole europee".

"Come noto infatti l’art. 7 del contratto siglato dalla Commissione Europea e relativo alla disciplina dell’acquisto centralizzato dei vaccini anti-Covid, riporta l’obbligo per gli Stati membri inclusi nell’accordo stesso di non procedere a negoziazione separata -afferma il Codacons- Una norma che ha l’evidente scopo di evitare che paesi con maggiori risorse possano accaparrarsi dosi di vaccino prima di altri paesi e a condizioni migliori, o in ogni caso sottrarre forniture che al momento risultano un bene prezioso e indispensabile in tutta Europa".

Le decisioni della Germania "sembrano violare tali disposizioni, o in ogni caso dare una interpretazione soggettiva delle norme europee che potrebbe configurare un abuso: per tale motivo il Codacons presenterà domani un esposto alle Procure di Roma e Milano, chiedendo di aprire una indagine sul caso alla luce delle possibili fattispecie di abuso di ufficio e inadempimento di contratti di pubbliche forniture". Ciò sulla base dell’art. 355 del codice penale, che punisce "chiunque, non adempiendo gli obblighi che gli derivano da un contratto di fornitura concluso con lo Stato, o con un altro ente pubblico, ovvero con un'impresa esercente servizi pubblici o di pubblica necessità, fa mancare, in tutto o in parte, cose od opere, che siano necessarie a uno stabilimento pubblico o ad un pubblico servizio".

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