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Vaccini obbligatori al nido, Emilia Romagna al lavoro su legge. Iss avverte: "Rischio boomerang"

07 maggio 2016 | 15.41
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(Fotogramma)
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"Stiamo discutendo e appena abbiamo pronto il piano lo valuteremo. Stiamo discutendo e confrontandoci con tutti, in questo momento". E' quanto ha affermato il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di una legge regionale che, per la prima volta in Italia, disporrebbe la vaccinazione obbligatoria dei bambini per l'ingresso all'asilo nido.

Sul dibattito in corso in Emilia Romagna interviene Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive parassitarie e immunomediate dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che avverte: "L'obbligo, se imposto per alcune vaccinazioni e non per altre, rischia di diventare un boomerang e far percepire le immunizzazioni raccomandate come meno importanti di quelle appunto 'obbligatorie'. Non è così. Ma è utile comunque un dibattito su questi temi, che non devono essere un tabù ma un'opzione da considerare. Anche perché oggi in Italia se i tassi di copertura per le vaccinazioni obbligatorie sono ancora elevati, per le raccomandate sono scesi molto".

"Nel momento in cui il bimbo viene inserito in un ambiente confinato promiscuo, con coetanei a rischio - sottolinea Rezza all'Adnkronos Salute - è importante che ci sia un effetto 'gregge'. In passato prevalse l'idea che l'istruzione fosse prioritaria. Ma il rischio è che, come già accaduto in Toscana, una bimba o un bimbo vulnerabili siano costretti a cambiare classe perché i compagni non sono vaccinati. Certo, l'obbligatorietà è un tasto dolente, destinato a scontrarsi con molte sensibilità. Ma aprire un dibattito su questi temi è corretto", conclude.

"E' positivo il dibattito in Emilia Romagna" commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, che sottolinea all'Adnkronos Salute come "oggi parlare di obbligo è sempre brutto, anche nell'ottica della proposta di vaccinazioni, oggi in Italia distinte tra obbligatorie e raccomandate. L'obbligo è però il modo più semplice di realizzare una vaccinazione, che si fa per proteggere se stessi e gli altri: se noi tutti ci vacciniamo, tranne quelli che non possono per motivi di salute, otteniamo una protezione di gregge". Uno 'scudo' contro patologie che possono rivelarsi molto insidiose.

Pregliasco però più che sull'obbligo preferisce puntare sulla condivisione di una scelta informata. La vaccinazione "è infatti un atto di solidarietà per ridurre patologie prevenibili e talvolta percepite come banali a livello del singolo, ma la cui diffusione e le possibili complicanze - dice il virologo - diventano rilevanti e pericolose. Purtroppo l'onda di disinformazione sui vaccini banalizza i rischi legati alle malattie ed esagera il pericolo di eventi avversi che i vaccini hanno, come tutte le entità mediche, ma non certo con l'intensità comunicata dagli anti-vaccinatori. Insomma, sono un po' perplesso sull'obbligatorietà per frequentare il nido. Ma questo dibattito evidenzia elementi che chi non vuole vaccinarsi nasconde sempre. Dunque è importante parlarne: sono piccolo e se vado all'asilo sono in una comunità, posso infettarmi e infettare gli altri".

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