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Vaccino bambini 5-11 anni, Viola: "Covid può essere grave in bimbi, meglio farlo"

05 novembre 2021 | 16.27
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L'immunologa: "Sempre meglio la vaccinazione rispetto all'infezione". Minelli: "Vaccino a under 12 per completare protezione italiani"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Bisogna vaccinare i bambini" tra i 5 e gli 11 anni contro il Covid perché "l'infezione, seppure in casi rari, si può presentare in forma grave e i bambini possono finire in ospedale, in terapia intensiva, possono sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica e possono quindi andare incontro a delle complicazioni". Così Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, ai microfoni di 'Un giorno da pecora' su Rai Radio 1. "C'è poi l'incognita del Long Covid - ricorda l'immunologa - di cui noi non sappiamo ancora quali possano essere le conseguenze a lungo termine. Per cui il consiglio è: quando c'è la possibilità di affrontare una vaccinazione è sempre meglio la vaccinazione rispetto alla malattia".

"I vaccini anti-Covid, somministrati in tutto il mondo nel corso di questi ultimi dieci mesi, non solo sono stati perfettamente tollerati da centinaia di milioni di persone, ma si sono rivelati fondamentali per proteggere i vaccinati dalle conseguenze più gravi della malattia. Ecco perché, alla luce di queste considerazioni, quella dell'imminente via libera da parte del Governo italiano (dopo ok di Ema ed Aifa) al vaccino per gli under 12 andrebbe presa come un'ottima notizia, in grado di completare la rete di protezione sull'intero arco anagrafico della popolazione. Anche perché sarebbe davvero difficile immaginare che la Fda possa avere preso a cuor leggero e senza prove validate da mille evidenze una decisione così delicata per milioni di bambini americani". Lo ha affermato all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata.

"Circa le eventuali perplessità derivanti da questo passaggio, quel che davvero non riesco razionalmente a comprendere - prosegue l'immunologo - è la diffidenza dei genitori nei confronti del vaccino anti-Covid, quando si accettano regolarmente tutti gli altri vaccini, fin dalla tenera età - evidenzia - Mi riesce dunque difficile sostenere razionalmente il pensiero, pure fondato, che chi osteggia il vaccino anti-Covid oggi è lo stesso che magari accetta o ha già accettato senza problemi una decina di vaccini per i propri figli".

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