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Vaccino Scanzi, avvocato giornalista: "Mai indagato e non ha violato alcuna legge"

02 dicembre 2021 | 17.00
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"Inserito a sua insaputa nei 'caregivers', cui mai aveva detto di appartenere"

"Gli accertamenti svolti sulle scelte della struttura sanitaria hanno consentito di concludere per la sostanziale liceità di quelle scelte, che non hanno violato alcuna legge e soprattutto non hanno mai riguardato Andrea Scanzi che, però, è il solo a comparire sull’avviso di fissazione della camera di consiglio, come indagato, non essendolo mai stato, né avendo mai subìto accertamenti e addirittura con l’assegnazione di un difensore d’ufficio". Ad affermarlo all'Adnkronos è l'avvocato Caterina Malavenda, difensore di Andrea Scanzi nel procedimento riguardante la vaccinazione del giornalista aretino avvenuta il 19 marzo 2021. Procedimento in merito al quale il sostituto procuratore ha chiesto l'archiviazione e per il quale domani, 3 dicembre, è fissata dinnanzi al Gip di Arezzo Giulia Soldini l'udienza di opposizione a tale richiesta.

L'avvocato Malavenda ripercorre con l'Adnkronos le tappe della vicenda: "Andrea Scanzi, il 26 febbraio 2020, in un momento di grande confusione sulla somministrazione dei vaccini, chiede al suo medico curante se poteva essere vaccinato, compatibilmente con le linee guida vigenti, cosa che avverrà solo il 19 marzo 2020, dopo quasi un mese", spiega. "Nel frattempo, mentre attendeva una risposta, il 15 marzo 2020 il generale Figliuolo aveva ribadito la necessità di non sprecare i vaccini e la somministrazione di Astrazeneca era stato sospeso fino al 18 marzo 2020, quando sarebbe ripresa nella inevitabile diffidenza dei destinatari e con conseguenti defezioni".

A quel punto, nella ricostruzione del suo difensore, Scanzi "fu chiamato il giorno dopo, si presentò in serata, seguendo le indicazioni ricevute e fu vaccinato come riservista. Solo dopo, al momento della registrazione nel sistema Sispc del suo nominativo, si pose il problema della sua collocazione e fu in quel momento ed a sua insaputa che fu inserito nella categoria dei caregiver, cui mai aveva detto di appartenere". Tirando le somme, "il Gip dovrà assumere le sue decisioni, ma non potrà non prenderne atto", sottolinea con fermezza l'avvocato di Scanzi, che conclude: "Le indagini hanno avuto, però, il pregio di fugare ogni possibile dubbio sul comportamento di Scanzi, anche se ancora oggi, contro ogni evidenza, viene ricordato come colui che avrebbe approfittato della sua notorietà per esser vaccinato, senza averne diritto".

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