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Vaccino Scanzi, medico contro troupe Non è l'Arena

02 dicembre 2021 | 17.05
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E sul malore di Giletti: "Dio c’è… ma poco"

“Una troupe di ‘Non è l’Arena’ è venuta in ambulatorio per intervistarmi, ma non c’ero… una giornalista mi sta cercando telefonicamente”. “Non rispondere se vuoi un consiglio, sono venuti anche da me”. E’ lo stralcio di una conversazione via whatsapp avvenuta fra il medico curante di Andrea Scanzi, Roberto Romizi, e il dirigente sanitario della Usl di Arezzo Evaristo Giglio, che si occupò di far ottenere al giornalista de ‘Il Fatto’ la vaccinazione della prima dose di Astrazeneca inserendolo nelle liste di riserva del centro vaccinale di Arezzo. I due sanitari, in uno scambio acquisito agli atti dell’indagine (senza indagati) avviata dalla procura di Arezzo e di cui l’Adnkronos ha preso visione, si scambiano alcune osservazioni in merito al fatto che alcuni giornalisti del programma ‘Non è l’Arena’ condotto da Massimo Giletti si fossero messi ‘sulle loro tracce’ per intervistarli.

In particolare, il 26 marzo 2021, in seguito al clamore mediatico scatenatosi dopo la vaccinazione di Scanzi, alle 18.48 è il medico di base a scrivere a Giglio, informandolo che i giornalisti della troupe sono andati a cercarlo in ambulatorio ma senza trovarlo, ricevendo da Giglio il ‘consiglio’ di non rispondere. Nello stesso giorno, poco più tardi, scrive nuovamente al collega. “Ora sono sotto casa mia… avendolo previsto non mi sono fatto beccare. Ma sono ancora qui che aspettano”, si lamenta. “Tieni duro… sti pezzenti”, risponde Giglio. Il 7 aprile, infine, scrive ancora a Giglio. “Oggi sono tornati quelli di ‘Non è l’Arena’ a cercarmi in ambulatorio – digita il sanitario- li ho evitati per un pelo”. Il 19 aprile, il medico curante di Scanzi torna sull’argomento con Giglio inviandogli un link in cui veniva data notizia del malore di Massimo Giletti in diretta durante la trasmissione ‘Non è l’Arena’ e commentando così: “Dio c’è… ma poco”.

Sul caso del vaccino a Scanzi è stata richiesta l’archiviazione da parte del sostituto procuratore Marco Dioni. Nella richiesta il pm osserva tra l'altro che “i soggetti interessati sono stati sentiti tutti ed hanno messo a disposizione degli inquirenti la messaggistica whatsapp a dimostrazione della totale assenza di dolo e del fatto di nulla avere da nascondere”. L'udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione è fissata per domani, 3 dicembre, dinnanzi al Gip del tribunale di Arezzo, Giulia Soldini.

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