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Vademecum Dottrina Fede per contrastare la pedofilia

16 luglio 2020 | 16.47
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Manuale anti-abusi dell’ex Sant’Uffizio. Per rispondere alle numerose domande sui passi da seguire nelle cause penali di propria competenza, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha predisposto un vademecum destinato, in primo luogo, agli Ordinari e agli Operatori del diritto che si trovano nella necessità di dover tradurre in azioni concrete la normativa canonica circa i casi di abuso sessuale di minori compiuti da chierici.

"Si tratta - spiega l’ex Sant’Uffizio - di una sorta di ‘manuale’, che dalla notitia criminis alla definitiva conclusione della causa intende condurre passo passo chiunque si trovi nella necessità di procedere all’accertamento della verità nell’ambito dei delitti sopra menzionati. Non è un testo normativo, non innova la legislazione in materia, ma si propone di rendere più chiaro un percorso. Nonostante ciò se ne raccomanda l’osservanza, nella consapevolezza che una prassi omogenea contribuisce a rendere più chiara l’amministrazione della giustizia". . Il vademecum ricorda che "la tipologia del delitto è molto ampia e può comprendere rapporti sessuali (consenzienti e non ); contatto fisico a sfondo sessuale, esibizionismo, masturbazione, produzione di pornografia, induzione alla prostituzione, conversazioni e/o proposte di carattere sessuale anche mediante mezzi di comunicazione".

Che cosa fare dunque quando si riceve un’informazione su un possibile delitto? "Talvolta, - segnala il vademecum - la notizia ‘de delicto‘ può giungere da fonte anonima, ossia da persone non identificate o non identificabili. L’anonimato del denunciante non deve far ritenere falsa in modo automatico tale notizia; tuttavia, per ragioni facilmente comprensibili, è opportuno usare molta cautela nel prendere in considerazione tale tipo di notizia, che non va assolutamente incoraggiato. Allo stesso modo, non è consigliabile scartare aprioristicamente la notizia che perviene da fonti la cui credibilità può sembrare, ad una prima impressione, dubbia". Approfondire sempre, anche le notizie vaghe e poco circostanziate".

Il vademecum dell’ex Sant’ Uffizio ricorda poi che "una notizia di delictum gravius appresa in confessione è posta sotto lo strettissimo vincolo del sigillo sacramentale. Occorrerà pertanto che il confessore che, durante la celebrazione del Sacramento, viene informato di un delictum gravius, cerchi di convincere il penitente a rendere note le sue informazioni per altre vie, al fine di mettere in condizione di operare chi di dovere".

"I riferimenti principali - spiega il dicastero di Ladaria Ferrer - sono i due Codici vigenti (CIC e CCEO); le norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, nella versione emendata del 2010, emanate con il motu proprio Sacramentorum Sanctitatis Tutela, tenuto conto delle innovazioni apportate dai Rescripta ex Audientia del 3 e 6 dicembre 2019; il motu proprio Vos estis lux mundi; e la prassi della Congregazione per la Dottrina della Fede, che negli ultimi anni si è sempre più precisata e consolidata".

Il vademecum potrà essere sottoposto ad aggiornamenti e ad emendamenti. La Congregazione per la Dottrina della Fede spiega che "non sono state volutamente contemplate le indicazioni sullo svolgimento del processo penale giudiziale nel primo grado di giudizio, nella convinzione che la procedura illustrata nei Codici vigenti sia sufficientemente chiara e dettagliata. Il desiderio è che questo strumento possa aiutare le diocesi, gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica, le Conferenze episcopali e le diverse circoscrizioni ecclesiastiche a meglio comprendere e attuare le esigenze della giustizia su un delictum gravius che costituisce, per tutta la Chiesa, una ferita profonda e dolorosa che domanda di essere guarita".

"L’obiettivo - spiega il Vaticano- è fornire un ‘manuale di istruzioni’ per condurre correttamente le cause che riguardano diaconi, presbiteri e vescovi accusati di abuso su minore. I destinatari del documento sono Vescovi, Ordinari, Superiori degli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, oltre che agli operatori del diritto che li aiutano nella trattazione dei casi".

"La necessità di mettere a punto uno strumento del genere - ricorda ancora il Vaticano - era emersa nel corso dell’Incontro su ‘La Protezione dei Minori nella Chiesa’, svoltosi in Vaticano tra il 21 e il 24 febbraio 2019. Lo stesso Papa, al termine dell’appuntamento, aveva rimarcato ‘l’esigenza dell’unità dei Vescovi nell’applicazione di parametri che abbiano valore di norme e non solo di orientamenti’. Il documento resta aperto a futuri aggiornamenti, anche sulla base della legislazione vigente".

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