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Vaiolo delle scimmie, allarme Oms: "Rischio che si affermi in Paesi non endemici"

08 giugno 2022 | 16.53
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Dg Tedros: "Più di 1.000 casi in 29 Paesi, anche tra donne. Tracciare infezioni e contatti"

(Fotogramma)
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"Il rischio che il vaiolo delle scimmie si stabilisca in Paesi non endemici" per l'infezione "è reale", avverte l'Organizzazione mondiale della sanità, "particolarmente preoccupata" per le conseguenze che la malattia può causare "nei gruppi vulnerabili compresi i bambini e le donne in gravidanza". E' il monito lanciato dal direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Tuttavia, ha aggiunto il Dg, l'affermazione del Monkeypox virus in aree del mondo che prima registravano solo sporadici casi importati "è uno scenario prevenibile".

In questo senso, l'Agenzia delle Nazioni Unite per la salute torna a esortare i Paesi colpiti a "fare ogni sforzo per identificare tutti i casi e i contatti, così da controllare questo focolaio e prevenire la diffusione della patologia".

Fino ad ora "più di 1.000" sono quelli "confermati di vaiolo delle scimmie segnalati all'Organizzazione mondiale della sanità da 29 Paesi dove la malattia non è endemica. Finora in queste nazioni non sono stati segnalati decessi" e le infezioni registrate riguardano "principalmente, ma non solo, uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Alcuni Paesi stanno iniziando a segnalare casi di apparente trasmissione comunitaria, compresi alcuni nelle donne". A fare il punto è il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il periodico briefing per la stampa.

Il Dg ribadisce che "l'improvvisa e inaspettata comparsa del Monkeypox in diversi Paesi dove l'infezione non è endemica suggerisce che la trasmissione potrebbe essere andata avanti per qualche tempo senza essere rilevata. Ma non sappiamo per quanto tempo".

In ogni caso per ora "l'Oms sconsiglia la vaccinazione di massa", ha ribadito il Tedros. Laddove disponibili, ha spiegato, i pochi vaccini vengono utilizzati per proteggere chi potrebbe essere esposto all'infezione, come gli operatori sanitari e il personale di laboratorio. "La vaccinazione post-esposizione" al Monkeypox virus, "da somministrare idealmente entro i 4 giorni successivi - ha ricordato il Dg - può essere presa in considerazione da alcuni Paesi per i contatti stretti a più alto rischio, come partner sessuali, familiari e operatori sanitari".

Per supportare gli Stati che registrano focolai nel contenimento della trasmissione virale, "l'Oms ha pubblicato linee guida sulla sorveglianza e il tracciamento dei contatti, e sui test di laboratorio per la diagnosi. E nei prossimi giorni - preannuncia Tedros - pubblicheremo anche linee guida sull'assistenza clinica, la prevenzione e controllo delle infezioni, e la vaccinazione".

Contro il vaiolo delle scimmie "esistono antivirali e vaccini approvati, ma questi prodotti sono disponibili in quantità limitate", ha precisato il Dg. Anche per questo "l'Oms sta mettendo a punto un meccanismo di coordinamento per la distribuzione delle forniture in base alle esigenze di salute pubblica e secondo criteri di equità". L'agenzia ginevrina la scorsa settimana ha inoltre ospitato "una consultazione con oltre 500 ricercatori internazionali, per analizzare ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo" sulla patologia "e per identificare le priorità della ricerca".

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