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Variante covid Sudafrica, cosa pensano gli esperti

26 novembre 2021 | 12.33
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Andreoni: "Deve preoccuparci". Galli: "Non fasciamoci la test"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Variante covid dal Sudafrica, dobbiamo preoccuparci? Sono molti i Paesi, tra cui l'Italia, che hanno deciso di bloccare i voli provenienti da quell'area. Mentre l'Oms fa sapere che è ancora presto per capire l'impatto: "Decideremo se classificare B11529 d'interesse o preoccupazione". Ma cosa ne pensano gli esperti ?

Galli

Sulla nuova variante sudafricana "non fasciamoci la testa ma la preoccupazione è legittima". Così l'infettivologo Massimo Galli, già responsabile del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ospite di 'Che giorno è' su Rai Radio 1. "Dalle varie cose che stanno emergendo è necessario capire se, questa variante, diventerà un competitor della Delta, e tutti capiamo che la faccenda diventerebbe seria - avverte - Non sappiamo se è possibile che questa variante sia in grado di bucare il vaccino, io non sono convinto di questo ma non abbiamo i dati per poterlo dire. Il vaccino probabilmente continuerà a fare il suo mestiere".

Bassetti

La nuova variante sudafricana "ci deve far preoccupare ma non terrorizzare. Sembra essere più contagiosa della Delta e potrebbe esserci qualche problema con i vaccini. Ma non facciamo catastrofismo sulle varianti, non abbiamo ancora dati stabili e in Italia questa variante non c'è. Dobbiamo vigilare ed essere pronti, ma ad oggi non sappiamo molto neanche sul fatto che possa bucare i vaccini". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Dobbiamo fare due cose: studiare queste nuova variante e continuare con le vaccinazioni, soprattutto le terze dosi perché così alziamo la barriera", rimarca Bassetti.

Ricciardi

La nuova variante Covid isolata in Sudafrica "mi preoccupa perché si è diffusa in pochissimo tempo e quindi significa che è contagiosissima". Lo dice Walter Ricciardi, consigliere per la pandemia del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, ai microfoni di SkyTg24. "Preoccupa ma non crea ancora un allarme", chiarisce Ricciardi che promuove lo stop ai voli dal Sudafrica. "Bene le mosse del nostro ministro e anche di altri Paesi nel cercare di bloccare la circolazione". "A maggior ragione in questo momento - esorta l'esperto - noi dobbiamo coprire" con la vaccinazione "quanto più possibile la popolazione nel più breve periodo di tempo per evitare a questo virus di continuare a circolare e a mutare. Fortunatamente - ricorda Ricciardi - i vaccini che noi abbiamo in questo momento, proteggono contro la malattia, proteggono contro la morte ma - avverte - man mano che passa il tempo, c'è il rischio che appunto emerga una variante come quella sudafricana. Per questo - ribadisce - dobbiamo vaccinare, vaccinare, vaccinare".

Novelli

"Come sempre non dobbiamo spaventarci, sappiamo che" la nuova variante B11529 o sudafricana "ha più capacità di diffondersi ma al momento non abbiamo certezza sulla letali. Oggi ho sentito i colleghi sudafricani e mi hanno detto che sono scattati subito i sistemi di sorveglianza genomica e di sequenziamento. E questo è importante. I vaccini anti-Covid dovrebbero rispondere", sottolinea all'Adnkronos Salute Giuseppe Novelli, genetista ordinario di genetica medica all'Università di Tor Vergata di Roma. "Questa nuova variante è un po' particolare perché contiene il doppio delle mutazioni trovate fino ad oggi sulle varianti 'classiche' - osserva Novelli - Si è originata da un paziente africano immunodepresso. Le varianti infatti nascono quando il virus replica e più lo fa e più può sbagliare e mutare. La strada è vaccinare, vaccinare e vaccinare per evitare che replichi".

Andreoni

La nuova variante sudafricana "è un monito e non voglio certo sminuire i il fatto che deve preoccuparci. Si deve correre con le vaccinazioni in tutti i paesi e anche nei bambini, perché altrimenti se il virus circola accade proprio questo ovvero nuove varianti che ci fanno ripiombare nella paura", evidenzia all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). "Aspettiamo di capire che tipo di sensibilità ha questa nuova variante nei confronti del vaccino anti-Covid - precisa Andreoni - abbiamo notizie preoccupanti sulle 32 mutazione in 4 regioni della proteina 'spike' che sono quelle riconosciute dai nostri anticorpi. E' una variante ad altissima trasmissibilità tanto che la sua prevalenza sulle altre diventata rapidamente del 30%. Dobbiamo aspettare di conoscere i dati sulla letalità e poi capire se gli anticorpi sviluppati dalle vaccinazioni sono in grado di bloccarla. Ma, ripeto, è una motivo a chi non crede nelle vaccinazioni e non capisce che la battaglia non è vinta". Infine l'infettivologo rivolge un appello alle istituzioni, "aiutiamo i paesi più in difficoltà, per incapacità o scarsi mezzi, a vaccinare tutta la popolazione".

Mantovani

"Le varianti continueranno ad emergere, solo nel Regno Unito ne sono emerse 9" e sulla nuova variante sudafricana "non c'è motivo di preoccupazione, per ora dobbiamo essere tranquilli. Non sappiamo se i vaccini la coprono ma il richiamo, la terza dose, aumenta il respiro della nostra risposta immunitaria. Io sono confidente che il vaccino coprirà anche questa". Così l'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Humanitas, ospite di 'Buongiorno' su SkyTg24. "Il beneficio che deriva dai vaccini è più alto dei possibili rischi”. Lo ha affermato l commentando il via libera dell'Ema al vaccino per la fascia 5-11 anni. "I bambini fanno già molti vaccini. I dati sono chiari: i farmaci sono sicuri. La miocardite come effetto collaterale della vaccinazione, l’unico problema riscontrato, è molto rara ed è benigna, guarisce con farmaci convenzionali. La miocardite da Covid-19 è invece molto più grave", ha aggiunto Mantovani.

Burioni

"Sulla nuova variante ancora non si sa sostanzialmente niente. Per cui, fermo restando che bisogna stare all'erta, non fatevi prendere dal panico. Di varianti potenzialmente pericolose ne sono apparse (e sparite) molte nei mesi scorsi, speriamo che questa faccia la stessa fine". E' l'appello lanciato su Twitter dal virologo Roberto Burioni, docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Clementi

"In questo momento sulla nuova variante di Sars-CoV-2 segnalata dal Sudafrica abbiamo poco. Ci sono 70 casi in una regione dove nessuno si è vaccinato e qualcuno si è ammalato. Come si fa già a dire che è una variante che prevarrà, che è una variante fortunata oppure no? Io non posso dire niente su questa variante adesso, siamo nel campo delle ipotesi. Le mutazioni ci sono, è vero. Ma è troppo presto per una valutazione completa, i dati a disposizione sono troppo pochi. E non è possibile dire se questa sarà una variante di successo. Tanto è vero che nessuna organizzazione si è ancora sbilanciata al riguardo. Intanto, però, il clamore su B.1.1.529 ha già fatto crollare le borse". E' la riflessione di Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che esprime "stupore per chi in qualche modo ha subito etichettato questa sequenza rilevata come una variante preoccupante. Non lo è ancora", puntualizza.

Guardando alle informazioni ufficiali finora diffuse, quello che si sa è che nella nuova variante "sono presenti diverse mutazioni, in parte riguardano l'intero genoma in parte la proteina Spike del virus. Sono mutazioni anche nuove, e ce n'è qualcuna vecchia. Ad oggi però possiamo solo dire che l'analisi di queste mutazioni fa ipotizzare - e ripeto, ipotizzare - che possa essere una variante problematica", spiega Clementi all'Adnkronos Salute. "Ma per capire se lo è concretamente bisogna valutare come e quanto nella popolazione virale questa variante viene selezionata. Questo deve avvenire perché, se non avviene, la variante muore. Come sono morte altre varianti già battezzate come problematiche e poi declassate o dimenticate da tutti".

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