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Variante Omicron, Cauda: "Dati Israele su terza dose rassicuranti"

01 dicembre 2021 | 14.57
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"Non sorprendono ma sono una buona notizia" dice il direttore di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma

(Afp)
(Afp)

"Israele sta fornendo al mondo una straordinaria esperienza e il fatto che dica che in base ai primissimi risultati" con tre dosi di vaccino anti-Covid "potrebbe esserci una protezione" dalla variante Omicron "è una buona notizia. Andrà confermata, ma conoscendo la serietà degli israeliani e quanto siano rigorosi nel dare dati, la trovo estremamente rassicurante". Lo dice all'Adnkronos Salute Roberto Cauda, direttore di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma.

"Israele è il laboratorio del mondo - ricorda l'infettivologo - nel senso che ha prima di tutti gli altri vaccinato in un periodo molto breve la popolazione, si è accorta per prima che l'immunità tendeva a decrescere man mano che ci si allontanava dal periodo della vaccinazione soprattutto nei confronti dell'infezione e questo ha portato a vaccinare" con la terza dose "prima gli ultrasessantenni e poi tutti. E adesso sta vaccinando anche i bambini".

Per quanto riguardo la variante Omicron, comunque, i dati preliminari forniti "non sorprendono - sottolinea l'esperto - perché se tu fai la terza dose è possibile che ci possa essere una risposta rafforzata che anche se la proteina Spike" della variante "non è identica" alla Spike contro cui siamo immunizzati, "riesce a bloccarla".

MIX VACCINI - Sull'opportunità di cambiare vaccino anti-Covid quando si fa la terza dose Cauda osserva: "Siamo passati dal dire 'sì, la vaccinazione eterologa si può fare senza alcun problema' a dire che adesso è meglio fare l'eterologa. A mia conoscenza non ci sono ancora degli studi con questo tipo di vaccino a Rna che ci dicano che una vaccinazione è meglio dell'altra".

"Io ho fatto Pfizer Pfizer Pfizer - dice l'esperto - C'erano degli studi, uno spagnolo fatto su qualche centinaia di casi, e uno britannico, sull'utilizzo del vaccino ad adenovirus di AstraZeneca, seguito o preceduto dal vaccino a Rna in cui - ricorda l'infettivologo - si era ipotizzato che mentre il vaccino a Dna potesse avere un impatto migliore nello stimolare la risposta dell'immunità cellulare, quello a Rna ne aveva di più sull'immunità umorale. In questo senso i due vaccini si completavano al meglio. Però - sottolinea il medico - per quel che riguarda una differenza di vantaggio con i due vaccini a Rna che sono molto simili tra di loro, anche se evidentemente non identici, al momento non mi sembra sia mai stata segnalata. Quello che si può ribadire - afferma - ed è stato quello che hanno detto tutti, è: sì, si può fare l'eterologa perché tutto sommato non cambia niente". Si è detto che per "la vaccinazione con il vaccino Moderna poteva esserci qualche effetto un po' più pronunciato per una questione di dosaggio. Si è sentito di tutto e di più, però - ribadisce - in realtà sono abbastanza intercambiabili".

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