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Variante Omicron covid, Oms: "E' in almeno 23 Paesi"

01 dicembre 2021 | 18.27
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Il dg Ghebreyesus: "Prevediamo che il numero cresca, divieto viaggi non la fermerà"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"L'emergere della variante Omicron" del covid "ha comprensibilmente catturato l'attenzione globale. Almeno 23 paesi di cinque delle sei regioni dell'Organizzazione mondiale della sanità hanno ora segnalato casi di questa variante e prevediamo che il numero cresca". A dirlo è stato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, oggi durante il consueto aggiornamento sulla situazione Covid nel mondo. "L'Oms - ha assicurato - prende questi sviluppi estremamente sul serio, e così dovrebbe fare ogni Paese. Ma tutto questo non dovrebbe sorprenderci. Questo è ciò che fanno i virus. Ed è ciò che questo virus continuerà a fare, finché gli permettiamo di continuare a diffondersi".

L'Oms, spiega il Dg Tedros, "continua a chiedere di ottimizzare la misure sociali e di sanità pubblica e di garantire che le persone ad alto rischio e vulnerabili in tutti i Paesi siano immediatamente vaccinate. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che abbiamo già a che fare con una variante altamente trasmissibile e pericolosa: la variante Delta, che attualmente rappresenta quasi tutti i casi a livello globale. Dobbiamo usare gli strumenti che già abbiamo per prevenire la trasmissione e salvare vite da Delta. E se lo facciamo, impediremo anche la trasmissione e salveremo vite da Omicron". Chi non lo farà "non fermerà nemmeno Omicron".

Anche "i divieti di viaggio generalizzati non impediranno la diffusione internazionale di Omicron e rappresentano un pesante fardello sulle vite e sui mezzi di sussistenza", continua.

Il Dg Oms ha ringraziato nuovamente il Botswana e il Sudafrica "per aver rilevato, sequenziato e segnalato questa variante così rapidamente. È profondamente preoccupante per me - ha affermato - che quei Paesi siano ora penalizzati da altri per aver fatto la cosa giusta. Chiediamo a tutti i Paesi di adottare misure di riduzione del rischio razionali e proporzionate, in linea con il Regolamento sanitario internazionale. Ciò include misure per ritardare o ridurre la diffusione della nuova variante, come lo screening dei passeggeri prima del viaggio e/o all'arrivo, o l'applicazione della quarantena ai viaggiatori internazionali".

"A livello globale -ha continuato il dg -, abbiamo un mix tossico di bassa copertura vaccinale e pochi test: una ricetta per 'allevare' varianti, e amplificarle. Ecco perché continuiamo a sollecitare i Paesi a finanziare completamente" la piattaforma "Act Accelerator, per garantire un accesso equo a vaccini, test e terapie in tutto il mondo".

Il Dg ha chiesto solidarietà, la stessa dimostrata con l'impegno preso oggi nell'ambito dell'Assemblea mondiale della sanità. "Oggi - ha spiegato - gli Stati membri dell'Oms hanno deciso di avviare il processo di elaborazione e negoziazione di una nuova convenzione, accordo o altro strumento internazionale, sulla prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie. Il significato di questa decisione non può essere sopravvalutato. Una convenzione, un accordo o un altro strumento internazionale non risolverà tutti i problemi. Ma fornirà il quadro generale per promuovere una maggiore cooperazione internazionale e fornirà una piattaforma per rafforzare la sicurezza sanitaria globale".

Nella loro decisione odierna, gli Stati membri hanno convenuto di istituire un organismo negoziale intergovernativo per iniziare a elaborare e negoziare un nuovo accordo. Si sono impegnati a tenere il loro primo incontro entro il primo marzo del 2022 e a presentare l'esito dei loro negoziati all'Assemblea mondiale della sanità nel 2024. Può sembrare un processo lungo, e lo è, ma non dovremmo essere ingenui nel pensare che raggiungere un accordo globale sulle pandemie sarà facile. Ci sono ancora divergenze di opinione su cosa potrebbe o dovrebbe contenere un nuovo accordo. Tuttavia, oggi i Paesi hanno dimostrato al mondo che si può trovare un terreno comune".

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