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Variante Omicron, De Luca: "Dati Campania da zona arancione"

21 dicembre 2021 | 16.12
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Il governatore: "Vi invito a stare attenti perché la variante sta esplodendo"

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Contagi covid e allarme variante Omicron in Campania i cui dati, spiega il governatore Vincenzo De Luca, sarebbero già da zona arancione. "Vi invito a stare attenti perché la variante Omicron sta esplodendo. Rispetto ai dati che abbiamo della sanità campana noi dovremmo stare già in zona arancione, non in zona gialla", ha detto il presidente della Regione , nel suo intervento in Consiglio regionale nel corso della seduta sul bilancio.

"Il dato che è arrivato ieri - ha aggiunto De Luca - era di occupazione del 12,5% di posti di area medica per ricoveri Covid ordinari e del 6% di occupazione di posti di terapia intensiva. Le soglie sono rispettivamente 15% per l'area medica e 10% per le terapie intensive. Adesso dobbiamo controllare quotidianamente che non vengano sforati i parametri nazionali altrimenti ci facciamo male, perché già per il livello di contagio per 100mila abitanti siamo oltre soglia. Reggiamo perché reggiamo sui ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Dal punto di vista strettamente sanitario noi avremmo interesse ad andare subito in zona arancione, ma dal punto di vista sociale ed economico no, perché sarebbe una tragedia bloccare di nuovo l'economia della regione. Quindi in questo momento stiamo cercando di liberare posti di reparti ordinari per accogliere malati Covid, sapendo che questo è qualcosa che pesa sulla vita della nostra comunità perché ritardiamo altri interventi, ovviamente non quelli urgenti ovviamente".

Sui posti aggiuntivi di terapia intensiva, De Luca ha sottolineato che "dobbiamo riaprire, sapendo che abbiamo un problema drammatico di personale. Il problema non sono le strutture, abbiamo realizzato l'anno scorso 120 posti aggiuntivi di terapia intensiva e abbiamo subito aggressioni mediatiche idiote, infami. Mancano gli anestesisti, manca il personale, dobbiamo bloccare altre attività in altri reparti, ma è chiaro che se arriviamo a occupare il 10% delle terapie intensive non c'è altro da fare, dobbiamo chiudere il resto. Stiamo dando l'anima per cercare l'intesa con i nostri dirigenti medici per non sforare le due soglie previste dalla norma nazionale".

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