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Varianti Covid, Crisanti: "Alcune sono invisibili ai test rapidi"

10 marzo 2021 | 10.40
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Il virologo annuncia la pubblicazione di uno studio dell’università di Padova

(AFP)
(AFP)

"Ci sono varianti del Covid totalmente invisibili ai test rapidi e questo pone un problema serissimo di sanità pubblica". Lo ha detto a 'Buongiorno su Sky Tg24 Andrea Crisanti direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di microbiologia dell'ateneo veneto, annunciando i risultati di una ricerca sul tema. "Fra poco pubblicheremo un lavoro scientifico a disposizione di tutti quanti", ha anticipato Crisanti, per il quale "inserire i test rapidi nell'indice di positività è uno sbaglio". "Inorridisco - ha aggiunto il virologo - quando i test rapidi vengono utilizzati nel modo sbagliato perché contribuiscono a diffondere il virus soprattutto nelle comunità".

Il virologo ha quindi lanciato un monito: "Le misure per contrastare le varianti del Covid non cambiano, ma gli errori che erano tollerati con quelle precedenti a quella inglese non sono tollerate, perché ha un'infettività molto più elevata. Adesso basta anche un piccolo sbaglio per essere infettato". "La diffusione del virus dipende dai livelli di mobilità - ha ricordato - ed è una delle regioni per cui il Cts", il Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid-19, "ha proposto di diminuire la mobilità nelle zone gialle. Se noi non ci spostiamo, la variante non si sposta. E anche se dovessero emerge nuove varianti, non bisogna permettere che si diffondano nel resto d'Italia".

Crisanti ha ricordato che, "per abbassare l'Rt e arrivare alla trasmissione vicina allo zero, bisogna: mantenere il distanziamento e le misure di protezione, vaccinare più persone" e "aumentare la capacità di tracciamento attraverso i tamponi, che saranno estremamente importanti perché, quando avremo raggiunto questo livello, non è che tutto il resto del mondo sarà vaccinato. Dovremo difenderci dal rientro del virus e in particolare dal rientro di varianti resistenti al vaccino". "Noi stiamo facendo tutta questa pubblicità, generando aspettative per raggiungere l'immunità di gregge. Ma quando sarà raggiunta e noi ci leveremo le mascherine ed elimineremo tutte le misure di distanziamento sociale, avremo l'Rt uguale a 1", ha spiegato.

"Vaccinare tutti entro l'estate è un obiettivo ambizioso. Per vedere se è realizzabile, dobbiamo utilizzare qualche termine di paragone. L'Inghilterra ha effettuato circa 24 milioni di immunizzazioni in 3 mesi con una dose sola. Per fare come loro dovremmo avere 40 milioni di dosi in 3-4 mesi. Non voglio essere pessimista, ma tutti gli italiani vorrebbero essere sorpresi di fare meglio dei nostri vicini europei".

Quanto al vaccino russo Sputnik "usa una tecnologia molto simile a quella di AstraZeneca, quindi non vedo il perché di tutta questa eccitazione. Piuttosto bisognerebbe chiedere alla Russia perché lo vende, anziché immunizzare i propri cittadini. Il problema di questo vaccino" contro Covid-19 "è che ci deve essere qualcuno che prende tutti i dati e li presenta all'Ema", l'Agenzia europea del farmaco, "che li verifica. E' molto semplice: un farmaco viene approvato quando c'è qualcuno che chiede che venga approvato", ha dichiarato Crisanti.

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