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Tv: Variety, 'The Young Pope' di Sorrentino e Sky senza precedenti in Italia

07 agosto 2015 | 16.41
LETTURA: 5 minuti

Il regista Paolo Sorrentino (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Il regista Paolo Sorrentino (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"'The Young Pope' è un prodotto televisivo italiano di un livello e di una portata mai visti finora". Ad affermarlo è Variety, 'bibbia' hollywoodiana del cinema e della tv. Oggi il sito di Variety dedica un lungo articolo-intervista alla serie promossa da Sky, firmata e diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino, interpretata tra gli altri da Jude Law, Diane Keaton e Silvio Orlando.

Una serie che Sky Italia, cui si deve il progetto, produce d’intesa con le componenti britannica e tedesca di Sky, unite dal novembre scorso in un unico grande gruppo, e con l’americana Hbo e la francese Canal+, oltre che con la casa di produzione spagnola Mediapro e la francese Haut et Court TV, accanto all’italiana Wildside tra i produttori esecutivi.

"Il panorama televisivo italiano -scrive Variety- sta attraversando diversi cambiamenti in quest’ultimo periodo. 'The Young Pope' è un prodotto televisivo italiano di un livello e di una portata mai visti finora. Colpisce non soltanto la portata, ma anche la sua potenziale originalità". "A quanto pare -si legge ancora su Variety- l’Italia sta diventando un terreno molto fertile in termini di produzioni televisive". Il punto su questa fase del mercato produttivo italiano viene fatto attraverso le parole di Andrea Scrosati, l’executive Vice President Sky per Cinema, Intrattenimento, News e Canali partner che con Lorenzo Mieli è stato il promotore di 'The Young Pope' e al quale si deve il successo internazionale di 'Gomorra - La Serie', venduto in 120 Paesi.

"'The Young Pope' -ha detto Scrosati a Variety- è già certo di raggiungere oltre 50 Paesi. Credo sia l’esempio perfetto della portata delle ambizioni della Sky europea e del ruolo che questa azienda aspira a ricoprire nel campo delle produzioni originali. Dà anche la misura di come stiamo lavorando: i programmi e le idee concepite e sviluppate da un team a livello locale ricevono il supporto dell’intero gruppo pur continuando però ad essere gestite dal punto di vista creativo dal team che le ha originate". "E’ una strategia molto efficiente -ha sottolineato Scrosati- Ciò è reso possibile anche dal talento creativo e dalle qualità realizzative delle realtà produttive europee, siano esse indipendenti o grandi case di produzione, che migliora di giorno in giorno". A Variety Scrosati ha rivelato che le produzioni originali sulle quali Sky Europea è al lavoro sono "35 nei prossimi tre anni. Alcuni sono progetti prioritari per tutto il gruppo, mentre altri sono destinati solo ai mercati locali. Ci stiamo coordinando sempre meglio e sono sicuro che questo introdurrà importanti cambiamenti nel mercato".

Tra i progetti 'italiani’' di Sky, Scrosati ha confermato a Variety i seguenti: "Stiamo finendo di girare 'Gomorra 2' e stiamo già lavorando alla sceneggiatura di 'Gomorra 3'. Ci sono nuove storie, nuovi personaggi, nuove location. Buona parte di 'Gomorra 2' si svolge fuori dall’Italia, e questo cambia la struttura dalla serie rendendola ancora più internazionale. Un altro esempio è 'ZeroZeroZero' che racconta il commercio mondiale della cocaina. Lo stiamo producendo insieme a Studio Canal, e anche questo è tratto da un libro di Roberto Saviano. Gran parte della storia si svolge fuori dall’Italia. Sarà girato in inglese e avrà un cast internazionale. E’ un caso interessante di come si possa prendere un’idea locale e svilupparla fin dal primo giorno".

"Stiamo anche lavorando a un’altra idea sul Vaticano, e sul suo tribunale confessionale segreto, anch’essa tratta da un libro, il thriller di Donato Carrisi 'Il Tribunale delle anime'. È un mondo molto, molto oscuro, in qualche modo -ha aggiunto Scrosati- simile a quello del film 'Seven' diretto da David Fincher. Ancora una volta siamo a Roma, ma è una storia di respiro veramente internazionale. E finalmente abbiamo scovato la sceneggiatura adatta per 'Diabolik', rappresentazione del popolare ladro degli anni ‘60".

"La grande differenza con quanto accadeva prima -ha detto ancora Scrosati a Variety- è che se ci immaginiamo l’Italia di dieci o quindici anni fa, c’erano sicuramente grandi talenti, basti pensare a registi del calibro di Gabriele Muccino, che, però, erano costretti a collaborare con grandi case di produzione statunitensi perché in Italia non esisteva la capacità produttiva adeguata. Una cosa interessante di 'The Young Pope' è che nessuno dei nostri partner internazionali, che pure vi hanno investito cifre ingenti, ha sentito la necessità -ha sottolineato Scrosati- di coinvolgere un’azienda americana o inglese per collaborare con la produzione Italiana considerato il grande budget investito. Non è venuto in mente a nessuno. Dieci anni fa sarebbe bastato questo a non farci condurre in porto la produzione. Oggi, esistono realtà come Wildside, Cattleya, Palomar, e molte altre case di produzione cinematografica", ha concluso Scrosati.

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