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Vatileaks, processo rinviato a data da destinarsi. Sì a Parolin tra i testimoni

07 dicembre 2015 | 14.09
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Francesca Chaouqui  (foto Afp) - AFP
Francesca Chaouqui (foto Afp) - AFP

Figura anche il cardinale Pietro Parolin , Segretario di Stato vaticano, fra i dodici testimoni richiesti dalle difese e ammessi dal Tribunale del Vaticano che sta giudicando gli imputati del cosiddetto caso 'Vatileaks 2'. Il processo, però, è stato rinviato a data da destinarsi.

Con il cardinale Parolin, la difesa di Francesca Immacolata Chaouqui ha chiesto e ottenuto anche di portare al processo le testimonianze del cardinale Abril y Castellò, monsignor Konrad Krajewski, monsignor Paolo Lojudice, padre Vittorio Trani e Lucia Ercoli.

La difesa di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda ha visto accolta la richiesta di produrre la testimonianza di Mario Benotti, mentre monsignor Alfredo Abbondi è testimone richiesto dalla difesa di Nicola Majo, il collaboratore di monsignor Vallejo Balda.

Quattro i testimoni richiesti e ottenuti dalla difesa di Gianluigi Nuzzi: i giornalisti Paolo Mieli e Paolo Mondani e i librai Marco Bernardi e Paola Brazzale. Nessun testimone è stato invece richiesto dalla difesa di Emiliano Fittipaldi. Tutti i dodici testimoni richiesti dalle difese degli imputati sono stati ammessi al processo dal giudice. A questi dodici, si aggiungeranno poi i testimoni richiesti dal pubblico ministero.

Processo rinviato a data da destinarsi - L'udienza di oggi, durata circa un paio d'ore, ha esaminato le eccezioni prodotte dalle difese dei cinque imputati e le richieste di documenti, perizie e testimonianze da portare al processo. Le eccezioni prodotte, riguardanti la competenza giuridica territoriale del Tribunale del Vaticano, l'eventuale status di 'rifugiata politica in Italia' rivendicato da Francesca Immacolata Chaouqui e la richiesta di una perizia psicologica nei confronti di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda che ne dimostri la labilità psico-emotiva sono state respinte dalla Corte.

Lombardi: ''Processo si svolge con tutte le garanzie'' - "Esistono tutte le garanzie processuali caratteristiche dei più evoluti ordinamenti contemporanei", ha assicurato padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, sottolineando che "vi sono tutte le premesse per avere piena fiducia nella serietà e nella competenza di chi deve garantire il corretto svolgimento di un processo che, per diverse ragioni, attira l'attenzione di molti". Per quanto riguarda in particolare la questione degli avvocati di difesa e la protesta di alcuni imputati per non aver potuto scegliere quello di loro fiducia, padre Lombardi premette che "occorre evitare un equivoco di fondo", chiarendo che "le regole vigenti nell'ordinamento vaticano sono perfettamente in linea con quelle della maggior parte degli ordinamenti processuali del mondo, dove l'ammissione al patrocinio nei tribunali richiede una specifica abilitazione all'esercizio della professione. Non deve sorprendere che un avvocato abilitato in Italia non possa patrocinare in Vaticano, così come non potrebbe patrocinare nemmeno in Germania o in Francia. Il ragionamento contrario implicherebbe che un imputato straniero potrebbe anche pretendere di essere assistito in Italia da un avvocato parimenti straniero, solo perchè di propria fiducia; il che non è però consentito: tali condizioni non costituiscono quindi un limite dell'ordinamento vaticano".

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