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Vendita Alitalia, -10

22 ottobre 2018 | 07.26
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(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Meno dieci: tanti sono i giorni che mancano alla scadenza del 31 ottobre prossimo, termine ultimo fissato dalla procedura di vendita di Alitalia per presentare un'offerta vincolante. Tempi stretti, dunque, anzi strettissimi per gli attori in campo impegnati a trovare una soluzione per il futuro dell'ex compagnia di bandiera e imprimere una svolta all'operazione avviata dal governo gialloverde il cui obiettivo principale è quello di avere un vettore pubblico nazionale.

I riflettori sono tutti puntati sulle Ferrovie dello Stato, che in questa fase riveste il ruolo di principale protagonista. Il gruppo guidato da Gianfranco Battisti ha presentato una manifestazione di interesse non vincolante il 12 ottobre scorso e dall'inizio di questa settimana è nella 'data room' di Alitalia per esaminare tutte le carte e i dati finanziari della compagnia. E' una due diligence intensa e serrata, quella che si sta svolgendo in questi giorni e in queste ore, per sciogliere i non pochi nodi e per poter così passare dalla manifestazione di interesse a un'offerta vincolante.

Massimo il riserbo sull'architettura dell'operazione. Secondo alcune indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, le Fs potrebbero avanzare una proposta per rilevare il 100% di Alitalia. Questo sarebbe, però, un primo step in vista di un ingresso del Mef e di una partner industriale internazionale. Uno dei punti cruciali della valutazione in corso è quello della valutazione della compagnia, tenendo conto del prestito ponte di 900 milioni che dovrà essere restituito entro il 15 dicembre prossimo e sul quale la Ue ha acceso un faro.

Se l'aspetto finanziario presenta le sue complessità, anche sotto il profilo industriale e strategico molte sono le questioni da scandagliare. Il numero uno di Fs ha più volte detto e ribadito che la mission prioritaria del gruppo è quella di realizzare un piano industriale incentrato sul rilancio del trasporto regionale e treni pendolari di non essere focalizzato su operazioni finanziarie. Nel caso di Alitalia, l'obiettivo è quello di realizzare un'operazione di sistema sviluppando le sinergie tra le due società. Si tratta di capire come si troverà la quadra tra questa impostazione e l'impegno in Alitalia, anche sulla base di quelle che sono le direttive strategiche impartite dall'azionista Tesoro.

E, secondo lo schema che potrebbe profilarsi, nel passo successivo, sarebbe proprio il Mef a fare il proprio ingresso nel capitale della newco. Nei giorni scorsi il vicepremier Luigi Di Maio aveva prospettato una quota intorno al 15% e aveva parlato della conversione in equity di parte del prestito ponte. Da definire poi il ruolo di Cdp. C'è poi la partita della partnership internazionale. Si guarderebbe agli Usa con Delta ma anche alla Cina con China Eastern mentre EasyJet e Lufthansa, due delle tre compagnie (l'altra è Wizz Air) che hanno presentato un'offerta nell'ambito della procedura in corso. Entrambe hanno, peraltro, riconfermato il proprio interesse per "un'Alitalia ristrutturata".

Ma la settimana che si apre, oltre a segnare la stretta finale in vista del 31 ottobre, vede in agenda anche appuntamenti sul fronte sindacale. Venerdì scorso è partita la procedura tra Alitalia e i sindacati sulla proroga della cigs, che scade il 31 ottobre, al 23 marzo prossimo. L'azienda ha chiesto un nuovo round di cassa per 1.570 dipendenti (100 comandanti, 100 piloti, 420 assistenti di volo e 950 dipendenti di terra). Numeri troppi alti per i sindacati che chiedono di abbassarli. Per questo, nei prossimi giorni le parti si rivedranno in sede aziendale per ulteriori approfondimenti per poi tornare al tavolo ministeriale il 29 ottobre prossimo.

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