cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 21:06
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Governo: Sel attacca, Renzi recordman fiducie

25 febbraio 2015 | 18.16
LETTURA: 4 minuti

Presentati i dati sul governo: in un anno 33 voti di fiducia, una ogni 11 giorni. Leader Sel: "Parlamento al guinzaglio dell'esecutivo". Per De Petris "il Bicameralismo è già stato cancellato". Scotto: "Uso sproporzionato della forza".

Nichi Vendola  - INFOPHOTO
Nichi Vendola - INFOPHOTO

Il Bicameralismo? Nei fatti il governo lo ha già cancellato. Ricorso a decreti e fiducie? Nessuno supera Renzi, insidiato, in questa particolarissima classifica, solo dall'esecutivo tecnico guidato da Mario Monti. Sel, numeri alla mano (elaborati dai dati del sito Camera e Openpolis), dimostra che il premier ha commissariato il Parlamento. Altro che ostruzionismo, ha sostenuto il presidente Nichi Vendola, come al contrario vorrebbe far credere il presidente del Consiglio denunciando il rischio di un Parlamento-palude nel quale, senza decreti e fiducie, i provvedimenti si impantanerebbero per mesi e mesi.

Il teorema renziano, assicura Sel, salta raffrontando l'attività legislativa dei governi Berlusconi IV (durato 1.288 giorni - 47 fiducie: 28 alla Camera, 19 al Senato), Monti (in carica 529 giorni - 51 fiducie: 33 Camera, 18 Senato), Enrico Letta (310 giorni - 10 fiducie: 7 Camera; 3 Senato) e infine Renzi (365 giorni - 33 fiducie: 17 Camera, 16 Senato). Nella media delle fiducie in rapporto ai giorni, Renzi è secondo solo a Monti: il Professore (che guidava un esecutivo tecnico di emergenza), ne ha messa una ogni 10,4 giorni; Renzi una ogni 11, distaccando Berlusconi (una ogni 27,4) e Letta (una ogni 31 giorni).

Testa a testa tra Monti e Renzi anche sulla percentuale delle leggi varate con la fiducia: 45,13% per il primo; 44,78% per il premier in carica. Seguono Letta (27,78) e Berlusconi (16,42%) che di contro - anche per la durata del mandato - è quello che ha presentato il maggior numero di decreti: 80 (uno ogni 16 giorni). Seguono Monti 41, uno ogni 13 giorni; Renzi 25, uno ogni 13 giorni e infine Letta, 25, uno ogni 12,4 giorni.

"Per molto meno - ha osservato Vendola - ai tempi di Berlusconi ci si stracciava le vesti e si indicava il rischio della deriva autoritaria. Il Parlamento ha il guinzaglio e la museruola. C'è una degenerazione in atto, un inquinamento delle regole della democrazia che ci siamo permessi di segnalare al capo dello Stato. C'è una subordinazione servile del potere legislativo al potere esecutivo. Questo è inaccettabile. Palazzo Chigi organizza il mitragliamento propagandistico, sia dal punto di vista dell'occultamento della crisi economico-sociale - ha concluso - sia con la delegittimazione di chiunque provi a svolgere correttamente il proprio ruolo".

Dalla XIII legislatura alla XVII, il tempo necessario per approvare definitivamente una legge si è più che dimezzato. Nella 13esima c'era bisogno di 271 giorni per vedere uscire un testo finito dal Parlamento; l'esecutivo Renzi ci riesce in 109 giorni, imponendo a Camera e Senato una tabella di marcia a tappe forzate. "Non c'è bisogno di interpretare questi dati: la fiducia - ha notato la capogruppo al Senato, Loredana De Petris - è il metodo convenzionale per approvare le leggi e, di fatti, domani a palazzo Madama voteremo l'ennesima fiducia sull'ennesimo decreto, confermando l'idea renziana che questo e solo questo deve essere il rapporto tra esecutivo e legislativo".

Rispetto al resto dell'Europa, ha sottolineato la De Petris, "facciamo troppe leggi, tanto è vero che poi si deve fare il Milleproroghe per prorogare l'entrata in vigore di decreti ministeriali e regolamenti. La riforma del Bicameralismo è già in funzione nei fatti: il decreto, se parte dal Senato, non viene toccato dalla Camera, che non lo può modificare e si limita solo a votarlo, in modo che uno solo dei due rami del Parlamento interviene sul decreto", mettendo il turbo all'iter legislativo.

"Una fiducia ogni 11 giorni - ha affermato Arturo Scotto, presidente dei deputati di Sel - dimostra che Renzi la utilizza in maniera sproporzionata. Più del 30% delle proposte avanzata dal governo diventa legge, mentre solo lo 0,63% dei testi di iniziativa parlamentare arrivano a buon fine". L'utilizzo 'muscolare' della fiducia si è esaltato "sui quattro decreti-manifesto - ossia Competitività, Lavoro-Jobs Act, riforma PA e legge di Stabilità - sui quali l'esecutivo ha messo per tre volte la fiducia, commissariando sia la maggioranza e messo la mordacchia al legittimo dissenso interno al Pd. Il rapporto tra governo e il Parlamento è un pò più complicato di come lo vede Renzi. L'esecutivo - ha concluso Scotto - schiaccia il legislativo, come dimostra palesemente il passaggio delle riforme costituzionali alla Camera".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza