Dopo il caso della Popolare di Vicenza, lo stesso copione si ripete per Veneto Banca e i suoi soci, destinati all'azzeramento dei propri risparmi. La forchetta di prezzo decisa dal consiglio di amministrazione per far partire l'aumento di capitale da 1 miliardo e la quotazione in Borsa della banca partirà da un valore minimo di 10 centesimi per azione svalutando di oltre il 99% le partecipazioni dei soci. Fino a un anno fa, un'azione di Veneto banca valeva 39,5 euro: per i circa 88mila soci di Montebelluna il conto è quindi molto salato, pari a circa 4,9 miliardi di euro considerando i circa 124 mln di azioni in circolazione. Per questioni tecniche manca ancora l'ufficialità del comunicato - arriverà nel pomeriggio - ma ieri il cda della banca, che era iniziato alle 15, si è protratto fino a notte fonda.
Quello che si sospettava un mese fa, al delinearsi dello scarso interesse del mercato nei confronti della Popolare vicentina, si è avverato: anche per Veneto banca, l'interesse degli investitori è stato quasi nullo. Di conseguenza, sono in fase di definizione gli accordi con il Fondo Atlante, che dovrebbe subentrare al consorzio di garanzia dell'aumento di capitale, guidato da Banca Imi, come già accaduto con Unicredit. L'intenzione del management di Veneto Banca era avviare l'aumento di capitale lunedì prossimo il 6 giugno, ma serve ancora il via libera di Consob al prospetto, atteso comunque entro il fine settimana. L'auspicio è che il debutto in Borsa, se ci sarà il flottante, possa avvenire il 28 giugno.
Diversamente da Bpvi, i grandi azionisti di Veneto banca hanno dato subito disponibilità a sottoscrivere l'aumento di capitale per una quota che potrebbe garantire- ma servirà anche la parteciperanno di altri investitori istituzionali - un flottante minimo del 20%. Per il Veneto e il suo tessuto imprenditoriale è stato comunque un salasso. Insieme, l'azzeramento delle azioni di Banca popolare di Vicenza e di Veneto banca, in poco meno di due anni, ha avuto un costo economico (e sociale) pari a circa 11,1 miliardi di euro ai danni di circa 207mila soci, tra gli 88mila di Montebelluna e i 199mila di Vicenza. Alla cifra si arriva tenendo in considerazione il valore delle azioni di entrambe le banche, che fino a un anno fa erano in carico agli azionisti a 62,5 euro (Bpvi) e a 39,5 euro (Veneto Banca).