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Veneto: sesto anno di crisi per occupazione aziende

14 marzo 2014 | 19.01
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Veneto: sesto anno di crisi per occupazione aziende

Venezia, 14 mar. (Labitalia) - Sesto anno di crisi per il Veneto, per l'occupazione, per le aziende. E' quanto emerge dal Rapporto 2014 di Veneto Lavoro 'Discesa finita?'. Si registra un -1,8% delle imprese attive, meno 8000 imprese in numeri assoluti; fallimenti-liquidazioni nel corso del 2013 sono state oltre 10.000 aziende interessate, mentre le aperture di crisi aziendali sono state 1.465 con 42.248 lavoratori. La provincia con il maggior numero di crisi è Padova (272). Seguono Vicenza (203), Treviso (185), Venezia (152), Verona (142), Rovigo (50), Belluno (38). Sono stati 18.600 i posti di lavoro dipendente persi con meno 5000 unità rispetto al 2012 (-85 mila posti di lavoro tra 2008 e 2013) soprattutto nei settori dell'industria, costruzioni, servizi. Il tasso di occupazione, per la prima volta dal 2002, è sceso al 63,3%. La disoccupazione è aumentata (tasso medio 2013 arrivato al 7,6%; in numeri assoluti circa 171 mila disoccupati con picco massimo di 195.000 disoccupati nel primo trimestre 2013). Se si considerano anche coloro che hanno smesso di cercare lavoro o lo cercano a determinate condizioni il numero sale intorno alle 310 mila unità; il tasso di disoccupazione giovanile è di 25,3%. (ma la disoccupazione giovanile effettiva è di circa 35 mila giovani sotto i 25 anni, l’11% di questa fascia d’'tà).

Le politiche del lavoro sono state soprattutto destinate al sostegno degli ammortizzatori sociali per un costo complessivo di circa 2 miliardi di euro (più che raddoppiato rispetto al 2007). I beneficiari di sussidi di disoccupazione sono stati circa 120.000, quelli di indennità di mobilità circa 20.000. Complessivamente nel corso del 2013 circa 300 mila soggetti hanno avuto accesso a un sussidio.

"La fotografia dettagliata fornita dal Rapporto di Veneto Lavoro ci mostra che nel maggio 2013 nel Veneto è stato raggiunto il picco massimo della crisi: 10 mila sono stati i fallimenti di aziende e i numeri sulla cassa integrazione e sui licenziamenti sono stati i peggiori della nostra storia. Tuttavia, continuano a tenere i settori agroalimentare e vitivinicolo, mentre è in sofferenza lo sport system che è uno dei settori di punta della nostra economia. I dati del rapporto annuale ci permettono di fare precise politiche sul lavoro nel Veneto, augurandoci che i segnali di minima ripresa che si scorge all’orizzonte sia continuativa". Così l'assessore regionale al lavoro Elena Donazzan ha commentato il Rapporto 2014 sul mercato del lavoro nel Veneto.

"Come Regione vogliamo che questa discesa termini -ha detto- che ci sia lavoro, che ci sia impresa, che ci siano investimenti e che le risorse pubbliche sulla cassa integrazione siano utilizzate al meglio".

In relazione alla cassa integrazione, Donazzan ha aggiunto: "è necessario diversificare lo strumento cig a seconda del tipo di crisi aziendale. Ci sono aziende che chiudono e quindi l’ammortizzatore sociale serve ad accompagnare il lavoratore. Invece ci sono aziende che possono riprendere e, conseguentemente, la cassa integrazione va trasformata nell’abbattimento del costo del lavoro. Non possiamo più permetterci il lusso di mettere persone in cig e obbligarle a non lavorare. E poi ci sono le aziende 'drivers' quelle che funzionano bene e che vanno aiutate perché trascinano le altre anche nella creazione di nuovi posti di lavoro".

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