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Venezuela nel caos, Maduro: "Non me ne vado"

24 gennaio 2019 | 22.29
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Due presidenti, decine di migliaia di persone scese in piazza a Caracas e almeno 26 morti negli scontri (secondo una Ong locale): la tensione in Venezuela è alle stelle. Ieri Juan Guaidò, capo dell'Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento dominato dall'opposizione, si è autoproclamato presidente ad interim, ottenendo il benestare del presidente americano Donald Trump, 'detronizzando' Nicolas Maduro che promette di mantenere saldamente il controllo del potere, nonostante il "colpo di stato" istigato dagli Usa. "Il governo che presiedo continuerà a governare", ha affermato all'evento di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte Suprema, dicendosi inoltre "preparato per affrontare tutte le difficoltà". Poi l'apertura al "dialogo" con l'opposizione, dicendosi pronto ad accettare la proposta di Messico e Uruguay di un'iniziativa diplomatica per promuovere una trattativa che porti a un "accordo di pace". "Parlare, ascoltarsi l'uno con l'altro, comprendersi" con "tutti gli attori politici... certo che sono d'accordo", ha detto Maduro intervenendo all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte Suprema.
"Il regime dell'ex presidente Nicolas Maduro è illegittimo", ha detto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, partecipando alla riunione speciale del Consiglio permanente dell'Organizzazione degli Stati americani. Il suo regime, ha proseguito, è "moralmente fallito, economicamente incompetente e profondamente corrotto. E' antidemocratico nelle sue fondamenta". Per questo, ha concluso Pompeo, "consideriamo tutte le sue azioni illegittime e non valide".

Chi è Juan Guaidò

PERCHE' E' SCOPPIATO IL CAOS - Una mossa che arriva a pochi giorni dal giuramento di Maduro che il 10 gennaio scorso si è insediato, avviando il suo secondo mandato presidenziale. Mandato che l'opposizione però non ha mai riconosciuto. Così come i 13 paesi del 'gruppo di Lima' (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Saint Lucia) secondo i quali le elezioni dello scorso maggio "mancavano di legittimità" perché non vi hanno potuto partecipare tutti i partiti politici, non vi erano osservatori internazionali e mancavano di standard e garanzie per un voto "equo, libero e trasparente". Sia l'opposizione sia i 13 paesi, oltre agli Stati Uniti, chiedono che Maduro trasferisca i suoi poteri all'Assemblea nazionale, il parlamento dominato dall'opposizione.

COSA E' SUCCESSO IERI - Maduro, (eletto la prima volta nell'aprile 2013 dopo la morte del suo predecessore, Hugo Chavez) ha però replicato duramente. Affacciandosi dal balcone del palazzo presidenziale di Caracas, ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Washington: il personale diplomatico americano, ha detto, "ha 72 ore di tempo per lasciare il Paese". Quindi ha accusato gli Stati Uniti di voler governare il Venezuela da lontano, aggiungendo che l'opposizione venezuelana sta cercando di organizzare un colpo di stato. Da parte sua Guaidó, ha giurato "di assumere formalmente le competenze dell'esecutivo nazionale come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell'usurpazione, a un governo di transizione e indire libere elezioni". Il 35enne ha invitato le forze armate - che finora hanno sostenuto Maduro - a disobbedire al governo, ma il ministro della Difesa venezuelano lo ha accusato di cospirare con gli Stati Uniti.

CHI SOSTIENE MADURO - Maduro, che può comunque contare sul sostegno di alcuni Paesi 'amici, come Messico, Cuba e Bolivia, deve fare i conti non solo con l'opposizione ma anche con le proteste di massa. Ieri a Caracas e in altre città del Venezuela centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare il loro appoggio a Guaidò. Mentre nella capitale alcuni sostenitori di Maduro hanno dato vita a una contro manifestazione. Durante le proteste almeno 16 persone sono morte. Intanto, l'esercito venezuelano si dichiara fedele al presidente e definisce "estremamente pericoloso" l'atto con cui Guaidò si è proclamato presidente ad interim del paese. "E' in atto un colpo di stato contro la nostra democrazia", ha detto il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, circondando da un gruppo di generali. "Riconosciamo come legittimo presidente il nostro comandante in capo, Nicolas Maduro", ha aggiunto, affermando che l'esercito "non accetterà mai un presidente al servizio di interessi oscuri" e "non si sottometterà ad una potenzia straniera".

CHI SOSTIENE GUAIDO' - La Costituzione venezuelana stabilisce che i presidenti giurino davanti all'Assemblea nazionale. Maduro, invece, lo ha fatto davanti alla Corte Suprema. Il secondo mandato del presidente è stato definito illegittimo dall'OAS, dagli Stati Uniti e da altri Paesi tra cui Brasile, Canada, Cile, Colombia e Costa Rica. Da Bruxelles, il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, si è augurato "che tutta l'Europa si unisca nel sostegno alle forze democratiche in Venezuela. A differenza di Maduro, l'Assemblea parlamentare, incluso Juan Guaido, ha un mandato democratico da parte dei cittadini venezuelani".

Maduro è stato accusato in patria e all'estero di presunte violazioni dei diritti umani e per la sua gestione dell'economia. Oltre all'inflazione da record, da tempo il Venezuela è alle prese con gravi carenze di cibo e medicine e si stima che tre milioni di persone siano fuggite dal Paese. Lo scorso anno, inoltre, il Paese ha fatto registrare un'inflazione del 1,7 milioni per cento.

COSA PUO' SUCCEDERE ORA? - Molti ora si aspettano che Maduro ordini l'arresto di Guaidò o di altri leader dell'opposizione. Secondo Eric Farnsworth, ex diplomatico statunitense e vicepresidente del Consiglio delle Americhe, Maduro potrebbe anche "girare i cecchini sulla folla, spaventando tutti e costringendoli a tornare a casa". Se ciò accadesse, ha spiegato il funzionario al 'Guardian', gli Stati Uniti e la comunità internazionale sarebbero costretti a reagire. Ieri un alto funzionario dell'amministrazione americana ha messo in guardia Maduro dall'usare la forza per reprimere l'opposizione. Maduro dovrebbe lasciare il potere e accettare "una pacifica transizione", ha spiegato il funzionario, altrimenti "tutte le opzioni sono sul tavolo".

CHI E' GUAIDO' - Sconosciuto fino a qualche settimana fa, Juan Guaidò, 35 anni, il 5 gennaio scorso è stato eletto presidente del'Assemblea Nazionale, il Parlamento dominato dall'opposizione che continua a funzionare malgrado il regime chavista di Nicolas Maduro l'abbia spogliato dalle sue funzioni nel 2017. Ieri ha prestato giuramento come presidente ad interim del Paese. Laureato in ingegneria industriale all'università cattolica Andres Bello di Caracas, Guaidò è deputato di Voluntad Popular, il partito di Leopoldo Lopez, uno dei simboli dell'opposizione, ora agli arresti domiciliari. Sposato, è padre di una bambina.

ITALIA - Il presidente ad interim del Venezuela "ringrazia" il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, che in un tweet ha auspicato la fine rapida del regime di Maduro e il suo sostegno al popolo venezuelano. "Ringraziamo per il riconoscimento della volontà del popolo venezuelano - scrive Guaidò su Twitter, allegando il post di Salvini - che continuerà ad alzare la voce pacificamente per le strade".

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