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Verso slittamento Nadef, Dpb e legge bilancio

26 settembre 2022 | 19.02
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Foto Adnkronos
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E' attesa per domani la presentazione a Bruxelles della Nadef da parte del Governo Draghi. Un documento che, come è già stato annunciato dall'esecutivo, si fermerà al quadro tendenziale (con le previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente), mentre per l'aggiornamento della parte programmatica bisognerà attendere il nuovo esecutivo. Ma, al momento, il consiglio dei ministri per l'approvazione della Nadef non è stato ancora convocato e non si esclude un breve slittamento con il via libera che dovrebbe, comunque, arrivare in settimana. Il 15 ottobre è un'altra data importante nel calendario di Bruxelles: è atteso infatti il Documento programmatico di bilancio che va trasmesso alle Commissione europea e all'Eurogruppo.

E solo 5 giorni dopo, il 20 ottobre, la tabella di marcia prevede la presentazione della legge di bilancio, con la manovra triennale (2023-2025) di finanza pubblica. Il nuovo governo, in quell'occasione, dovrebbe illustrare all’Europa il proprio progetto per fronteggiare la difficile situazione attuale ma c'è un piccolo problema: il neo parlamento si insedierà il 13 ottobre. Considerati i tempi strettissimi sembra inevitabile un rinvio della presentazione dei documenti all'Europa.

Le informazioni di partenza lasciano prevedere un 2023 difficile, a causa di diversi fattori tra cui la guerra dichiarata dalla Russia in Ucraina, con i conseguenti problemi di energia dovuti al taglio dei rifornimenti. La scarsità di fonti energetiche va ad acuire un problema che era già emerso con la ripartenza dell'economica, superati i lockdown imposti a causa del covid. L'aumento dell'inflazione, che da diverso tempo viaggia a ritmi preoccupanti, è un altro problema che va ad aggiungersi a un insieme di fattori che rendono difficile fare delle previsioni.

Tuttavia delle stime vanno fatte, partendo dal prodotto interno lordo, che è propedeutico a tutti gli altri indicatori. Nell'aggiornamento della Nota il pil sarà tagliato, dal 2,3% della precedente stima, allo 0,7%-0,8%. Di conseguenza l'indebitamento salirà fino al 5%, in aumento rispetto al 3,9% del Def. La legge di bilancio 2023 dovrà fare i conti, prima di tutto, con le risorse a disposizione che saranno in parte risucchiate dall'adeguamento delle pensioni all'inflazione, che potrebbe costare fino a 10 miliardi. A cui va aggiunta la maggiore spesa per gli interessi sul debito, condizionata dall'aumento dei tassi che stanno applicando le banche centrali.

Ad aggiungersi a tutte le incombenze già elencate c'è anche la necessità di continuare a sostenere le famiglie e le imprese giorno per giorno. Il governo uscente, presentando il decreto legge aiuti ter, ha già annunciato che ci sono le risorse necessarie per ulteriori interventi a dicembre, grazie a un effetto 'trascinamento' che sta portando nelle casse dell'erario entrate superiori alle aspettative.

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