Pivetta: "Tecnica in voga in questi anni che mira a valorizzare e ottimizzare l'esposizione sia di prodotti che di ambienti come negozi, show-room, fiere e musei".
A me gli occhi, please. Questo il 'mantra' del visual merchandising, l'arte che tra design e marketing spinge a comprare di più; una sorta di consulente d'immagine con conoscenze maggiori di un vetrinista. Si occupa di organizzare le merci nei punti vendita per renderli attraenti al cliente e sceglie cosa esporre in vetrina.
Può operare come free-lance o essere assunto in un'azienda, lavorando come libero professionista può arrivare anche a un guadagno di 60.000 euro l'anno.
"Il visual merchandising -dice a Labitalia Massimiliano Pivetta, presidente di Assovisual (Associazione italiana visual merchandising e vetrinisti)- è una tecnica in voga in questi anni che mira a valorizzare e ottimizzare l'esposizione sia di prodotti che di ambienti come negozi, show-room, fiere e musei".
"La crisi degli ultimi anni poi ha sicuramente -sostiene- aumentato la richiesta di tale tecnica da parte delle aziende. Per riuscire ad applicare tali tecniche -assicura Pivetta- non è possibile improvvisare, è necessario affidarsi ai professionisti specifici del settore: i visual merchandiser appunto".
"In Italia -ammette Massimiliano Pivetta- la professione del visual merchandiser possiamo dire che è donna: infatti, al femminile sono il 70%, mentre sono il 30% quello al maschile".
"Nel nostro paese -fa notare- le opportunità di lavoro non mancano: sia come dipendente aziendale sia come consulente. Infatti, basta effettuare una semplice ricerca sui maggiori motori web e digitare ad esempio 'cercasi visual merchandiser' oppure 'visual merchandiser aziendale' e compaiono molte richieste di questo personale da parte delle aziende". L'Assovisual, ricorda il presidente, "realizza dei percorsi formativi di start- up e per chi è all'inizio e vuole specializzarsi: in tale senso, l'offerta formativa che comprende anche delle borse di studio e dei voucher sconto, è molto ampia".
