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Vinitaly, Banfi: "si riparte, ma preoccupa guerra in Ucraina per carenza bottiglie e caro prezzi"

13 aprile 2022 | 18.43
LETTURA: 2 minuti

"Aumenti fino al 50% dai tappi ai cartoni"

Il Castello Banfi a Montalcino
Il Castello Banfi a Montalcino

La ripartenza di Vinitaly, dopo due anni di blocco totale, è andata abbastanza bene per la casa vinicola Banfi, tra i marchi più prestigiosi del Brunello di Montalcino. Si è vista una buona presenza del trade italiano e di buona parte del trade europeo ma, rispetto alle edizioni passate è mancata una buona parte dei mercati asiatici, dell'est europeo, naturalmente la Russia, e anche dei mercati del Centro America e del Sud America. "La nostra azienda è stata visitata da molti clienti italiani ed europei meno dagli Usa e Canada" afferma Cristina Mariani May, proprietaria e ceo di Banfi, sottolineando all'Adnkronos l'importanza di Vinitaly anche sotto il profilo del confronto con gli altri produttori.

"Qui a Vinitaly è molto importante confrontarsi con gli altri produttori, - rivela la proprietaria - permette di avere una visione più globale del mondo vino e allo stesso tempo si vede che il mondo del vino italiano riparte. Gli operatori che sono qui - commenta - hanno voglia di ripartire". Vinitaly oggi è una fiera dove si instaurano "pubbliche relazioni non solo business, tra il mondo produttivo, i distributori e dove si viene per presentare nuovi prodotti e nuove strategie". A Vinitaly Banfi ha presentato due nuove annate: il Brunello di Montalcino Docg Poggio alle Mura 2017 e La Riserve Poggio alle Mura Brunello di Montalcino Docg Riserva 2016.

La casa vinicola, come altre, sta vivendo molteplici problematiche legate al conflitto russo-ucraino. "Le conseguenze legate al conflitto in Ucraina non sono legate tanto al fatturato diretto delle vendite di vino in Russia, (il mercato è abbastanza fermo), quanto a quello che comporta una situazione del genere: dal completo cambiamento degli equilibri geopolitici all'approvvigionamento delle materie prime. Ad esempio, non si trova più legno e cominciano a mancare le bottiglie", afferma Enrico Viglierchio, direttore generale di Banfi. "Inoltre, su molte forniture ci sono dei grossissimi problemi logistici e stiamo registrando aumenti dal 30 al 50% sul 2021 su tutti i prodotti di packaging, dalla bottiglia al tappo, dalla capsula ai cartoni.

Nella seconda metà del 2021 c'è stata una grossa ripartenza ma quest'anno ci sono tante incognite legate alla guerra, tanto che forse - spiega il manager - dobbiamo spostare il programma di imbottigliamento di un vino perché ne stiamo vendendo troppo e non consegnano le bottiglie". Difficoltà che si sommano al caro energia. "Il costo energetico è raddoppiato se guardiamo la bolletta del primo trimestre 2022 e primo trimestre 2021 è esattamente il doppio a parità di consumo" conclude Viglierchio.

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