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Vino rosso? Sì ma ne basta un bicchiere ogni 2 settimane

28 agosto 2019 | 13.55
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(Fotogramma)
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Il vino rosso fa bene all'intestino, aumentando la varietà dei batteri che lo abitano e aiutando a ridurre i livelli di obesità e colesterolo cattivo. E' la conclusione di uno studio firmato da scienziati del King's College London (Gb) su 'Gastroenterology', che mostra come il microbioma degli amanti del rosso sia migliore rispetto a quello dei non bevitori, mentre non si osserva alcun effetto in chi preferisce vino bianco, birra, sidro o superalcolici. La buona notizia non offre tuttavia alibi agli appassionati del 'nero': secondo gli esperti, infatti, i benefici sulla flora batterica si possono ottenere anche da un solo bicchiere ogni 15 giorni.

"Sebbene abbiamo osservato un'associazione tra il consumo di vino rosso e la diversità del microbioma intestinale - tiene a precisare Caroline Le Roy, prima autrice del lavoro - bere vino rosso raramente, come una volta ogni 2 settimane, sembra essere sufficiente per osservare un effetto".

"Se devi scegliere una bevanda alcolica, il vino rosso è quella giusta - suggerisce la ricercatrice - perché sembra poter esercitare un'azione benefica su di te e sui tuoi microbi intestinali, che a loro volta aiutano a tenere sotto controllo il peso e il rischio di malattie cardiovascolari". Resta però un punto fermo il fatto che "si consiglia comunque di consumare alcol con moderazione".

Lo studio, condotto dal Department of Twin Research & Genetic Epidemiology del King's College London, viene descritto come "uno dei più grandi mai eseguiti sugli effetti del vino rosso". Questi sono stati analizzati "nell'intestino di quasi 3 mila persone in 3 diversi Paesi", precisa l'autore principale del paper, Tim Spector, chiarendo come "gli alti livelli di polifenoli presenti nella buccia dell'uva" - che entra nel processo di vinificazione del rosso, ma non in quello del bianco - "potrebbero essere i responsabili di molti dei controversi benefici della bevanda, se assunta con moderazione".

I ricercatori hanno confrontato l'impatto di vino rosso, vino bianco, birra, sidro e superalcolici sul microbioma di 916 gemelle femmine del Regno Unito, scoprendo appunto che solo i batteri dei bevitori di vino rosso mostravano una maggiore varietà rispetto a quelli di non bevitori. Un elemento considerato un vantaggio di salute, uno 'scudo' contro il rischio che lo sbilanciamento fra microbi buoni e cattivi possa incidere negativamente su sistema immunitario, peso o livelli di colesterolo.

L'osservazione è stata poi confermata su 3 differenti coorti in Uk, Usa e Paesi Bassi, anche tenendo conto di possibili fattori confondenti come età, peso, dieta e stato socio-economico. Le conclusioni non cambiavano: il vino rosso è un amico del microbioma, quindi del benessere generale dell'organismo, a patto di non esagerare.

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