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Virus incubo per un italiano su 2. Lei regge, lui si mette a letto

28 settembre 2016 | 13.56
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Raffreddore, tosse, mal di gola, brividi, dolori muscolari e febbre. Con la puntualità del calendario, in autunno tornano a comparire i sintomi dei virus stagionali che aprono le porte all'influenza vera e propria. Il 'mal d'inverno' è un appuntamento fisso per quasi un italiano su 2. Ma se "tra uomini e donne non ci sono differenze di contagio, perché entrambi sono a rischio in ugual misura e i loro organismi reagiscono esattamente allo stesso modo", assicura il virologo Fabrizio Pregliasco, alla prova dei fatti le 'due metà del cielo' si spaccano. "A livello psicologico ci sono molte differenze - conferma l'esperto - Gli uomini lamentano una maggiore pesantezza dei sintomi e affrontano l'influenza con sofferenza accusando dolori in tutto il corpo. Al contrario, le donne si dimostrano più risolute e meno lamentose". Tradotto: lei resta in piedi, lui si mette a letto.

A fotografare i connazionali alle prese con il termometro è un'indagine promossa da Assosalute-Associazione nazionale farmaci di automedicazione, presentata oggi a Milano insieme alle previsioni sull'influenza 2016-2017: dovrebbe colpire 6-7 milioni di italiani (oltre il 10% della popolazione), per salire a 15-17 mln se ai numeri dell'infezione 'doc' si aggiungono quelli dei virus parainfluenzali 'cugini'. La ricerca, pubblicata online sul sito www.semplicementesalute.it, ha coinvolto circa mille persone, equamente suddivise fra maschi e femmine.

Mal di gola (44,3%), febbre (44,2%), raffreddore (43,3%) e dolori muscolari (37,2%) sono i disturbi più diffusi tra gli abitanti della Penisola nella brutta stagione. E già a cominciare dai sintomi la forbice tra lui e lei inizia ad aprirsi: mal di gola e congestione delle vie respiratorie sono i fastidi peggio sopportati dalle donne (46,9% e 46,8%), mentre gli uomini non reggono la febbre (47,3%). Il rialzo termico è anche la seccatura più grande per gli under 24, mentre con l'avanzare dell'età cresce significativamente la quota di chi mal tollera i dolori muscolari che diventano il primo sintomo dopo i 60 anni: li riporta il 58% dei 'senior', contro il 18% dei giovani.

"Parliamo di influenza vera e propria quando accusiamo contemporaneamente febbre alta a insorgenza brusca, dolori muscolari e articolari, tosse, naso che cola, secrezione nasale e mal di gola - ricorda Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell'università degli Studi milanese e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi del capoluogo lombardo - In tutti gli altri casi si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, come ad esempio il raffreddore i cui i sintomi principali sono il naso otturato e gli starnuti frequenti".

Ma come si curano uomini e donne influenzati? Secondo l'indagine il 60% del campione ricorre ai farmaci di automedicazione, quelli senza obbligo di ricetta medica e contrassegnati dal bollino rosso sulla confezione. In particolare, l'audience degli Otc è più alta nella platea maschile: li sceglie il 63,3% degli uomini contro il 55,9% delle donne. E' invece più 'rosa' l'amore per i cosiddetti rimedi della nonna, dal brodo caldo al tè e alle tisane, dalle spremute al vino cotto o al latte bollente con miele: ci tiene a mantenere la tradizione il 36,6% della popolazione femminile. E benché, salvo complicanze, i germi dell'influenza siano virus e non batteri, quasi un intervistato su 4 (23%) assume antibiotici. Dato che supera il 26% fra gli uomini, a riprova della tesi di partenza: la 'sceneggiatura' dell'influenza maschile è decisamente più drammatica.

"In caso di contagio - commenta lo specialista - il consiglio migliore è quello di riposare e di utilizzare i farmaci di automedicazione, pilastro principale del trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. Ricorrere ai farmaci di automedicazione consente infatti di attenuare i sintomi senza azzerarli, seguendo l'andamento della malattia". Quanto agli antibiotici, "non sono efficaci contro i virus e devono essere utilizzati solo dopo aver effettuato una visita medica necessaria se i sintomi dell'influenza non passano con i farmaci di automedicazione, oppure se dopo un'apparente guarigione si manifesta un ritorno di febbre e tosse produttiva".

Capitolo prevenzione. Coprirsi bene e lavarsi spesso le mani sono le precauzioni più gettonate secondo l'indagine (55,7% e 51,9% rispettivamente), anche se quasi un italiano su 5 (18% circa) confessa di non adottare alcun comportamento particolare per difendersi dall'infezione. Un atteggiamento 'arrendevole' che caratterizza maggiormente gli uomini (20,3%), mentre le donne sono più attive anche nel modificare la dieta aumentando la dose di vitamine. Tuttavia, i maschi sembrano affidarsi più delle femmine al vaccino antinfluenzale (14,7% contro 13,4%).

"Il vaccino - ribadisce Pregliasco - è una fondamentale opportunità e in alcuni casi un salvavita per i soggetti a rischio, ovvero tutti i malati con patologie respiratorie e cardiache di qualsiasi età. Ovviamente non protegge da tutte le sintomatologie respiratorie non dovute a virus influenzali - precisa l'esperto - e a volte non evita completamente la malattia, ma sicuramente ne attenua i sintomi. Può essere considerato come un'assicurazione contro le complicanze dell'influenza".

Siccome hanno parecchia più paura, gli uomini sono anche i primi a bussare alla porta del medico: in caso di influenza vi si affida il 62,1%, contro il 51,7% delle donne. Il 18% della popolazione, perlopiù femminile, chiede invece suggerimenti al farmacista. E oltre un italiano su 3 si cura da solo con i farmaci da banco che ormai conosce per esperienza (33,5% dei maschi e 35,5% delle femmine). Probabilmente sempre per via della tendenza a farne un dramma, ai primi sintomi virali gli uomini modificano più spesso delle donne le proprie abitudini di vita: mentre lei cerca di reggere alla routine quotidiana (28,7% contro il 22,5% degli uomini), lui nel 64,5% dei casi (contro il 57,6% del campione femminile) cerca di evitare alcune attività e di non uscire di casa. La spola è fra il divano e il letto, perché "così mi passa prima".

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