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Cinema

Virzì secondo al box office dopo 'Capitan America': "Un successo"

18 maggio 2016 | 14.56
LETTURA: 4 minuti

Il regista, Paolo Virzì, e le protagoniste, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, di 'La pazza gioia', durante la lavorazione del film
Il regista, Paolo Virzì, e le protagoniste, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, di 'La pazza gioia', durante la lavorazione del film

"Siamo secondi a 'Captain America' ma con una media di spettatori per copia migliore, 354 contro 250, e questo è una grande soddisfazione, un successo per dirla con i nostri produttori". Così Paolo Virzi', il giorno dopo il debutto nelle sale della sua 'La pazza gioia' commenta i dati del Box Office secondo cui nel confronto con 'Captain America', il film ha registrato 22.500 spettatori contro 23mila mentre le copie distribuite in tutti i cinema italiani sono state rispettivamente 350 contro 541 con una media copie, appunto, di 354 per Virzì e 250 per 'Captain America'.

Reduce dal successo di Cannes, Virzì ieri sera ha assistito alla proiezione nel capoluogo piemontese con una delle attrici protagoniste, la moglie Micaela Ramazzotti ( Valeria Bruni Tedeschi è infatti ancora in Francia, ndr) incassando un lungo applauso del pubblico. "'La pazza gioia' - ha osservato Virzi' incontrando la stampa- è un film sui confini incerti, tra gioia e dolore, dramma e commedia, pazzia e normalità, un film in cui abbiamo messo cuore e passione ma anche un po' di spudoratezza, è un tentativo di raccontare qualcosa di molto doloroso, come la malattia mentale, in una commedia avventurosa, senza che diventasse un documento di denuncia, un film che racconta le difficoltà degli esclusi, in cui momenti cupi e sconsolati si alternano ad ebbrezza e ilarità".

Ricordando che l'ispirazione gli venne il giorno in cui la Ramazzotti andò a trovarlo sul set de ''Il capitale umano', e lui la vide mentre la Bruni Tedeschi la stava conducendo al tendone del catering camminando tra fango e neve, Virzì ha aggiunto: "non ho mai pensato ad altre due protagoniste, sono state le ispiratrici, sono due attrici per certi versi simili ma anche diverse, coraggiose, generose e sfrontate, portatrici di mondi forse distanti, entrambe anti convenzionali, che insieme, raccontando la storia di un'amicizia legata dall'umiliazione che entrambe hanno subito, l'una considerata pazza perché troppo triste, l'altra perché troppo vivace, sprigionano un'energia potente e toccante".

Girato in una comunità terapeutica 'Villa Biondi' frutto di invenzione, nel reparto psichiatrico di un ospedale e in un opg, nel cast, tra attori e comparse, ci sono anche giovani donne che arrivavano da un centro di salute mentale. "La loro presenza - ha sottolineato Virzì - è stato motivo di incoraggiamento a togliersi la maschera dell'ipocrisia e alla fine questo film risulta una sorta di terapia non per guarire ma per sopportare meglio le cose della vita".

Infine a chi gli chiedeva se tra i progetti futuri c'è anche un film da girare a Torino, Virzì ha risposto: "Perché no? In fondo non averlo mai qui, se ci penso, è un po' da autolesionisti non averlo ancora fatto dato che a Torino c'è una Film Commission più ganza che altrove. Prima o piolo farò".

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