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Visco a imprese: sfida è innovare

29 marzo 2014 | 16.52
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Visco a imprese: sfida è innovare

Roma, 29 mar. (Adnkronos/Ign) - ''Una ripresa robusta e duratura della crescita dell'economia italiana costituisce il necessario presupposto per il progressivo riassorbimento della disoccupazione e per offrire concrete prospettive occupazionali ai cittadini tutti e alle generazioni più giovani in particolare, le più colpite dalle crisi; è funzionale a rafforzare la sostenibilità delle finanze pubbliche e la stabilità finanziaria di banche e imprese''. Ad affermarlo, nel corso del suo intervento al convegno biennale Centro Studi di Confindustria 'Il capitale sociale: la forza del Paese' a Bari, è il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.

Il governatore spiega che ''l'attività economica mostra di recente segni di ripresa; alla fine del 2013 si è interrotta una fase recessiva che durava da oltre due anni. Il quadro economico resta tuttavia fragile''.

''Riprendere una crescita robusta e bilanciata, in grado di creare occupazione stabile e accrescere la produttività del lavoro - sottolinea Visco -, necessita inevitabilmente di azioni su vari fronti, inclusi il consolidamento fiscale e le riforme strutturali''.

IMPRESE - ''Lo sforzo di cambiamento richiesto ai soggetti pubblici e ai policy-maker deve essere accompagnato da un altrettanto profondo mutamento del settore privato, delle imprese e dei lavoratori'' rimarca Visco. La sfida per le imprese, aggiunge, ''è di realizzare un salto di qualità di prodotto e di processo, che le porti a essere più grandi, più tecnologiche, più internazionalizzate, così da agire quali incubatrici di una delle più rilevanti dimensioni del capitale umano: la capacità d'innovare. Il rafforzamento del capitale delle imprese può facilitare una più intensa attività innovativa''.

Secondo il governatore, ''attraverso una maggiore patrimonializzazione, anche con risorse proprie, gli imprenditori potranno dimostrare direttamente la fiducia nelle prospettive delle loro imprese, così facilitando il reperimento di risorse aggiuntive da intermediari e risparmiatori''. ''Una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento - sottolinea Visco - permette alle imprese di ridurre la dipendenza dal credito bancario, migliorando la capacità di resistenza agli shock e contribuendo al tempo stesso allo sviluppo del mercato dei capitali''.

Inoltre, ''il miglioramento della competitività delle imprese passa in misura importante attraverso la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano di cui dispongono, anche in collaborazione con il sistema di istruzione e di ricerca'' scandisce ancora il governatore nel corso del suo intervento. A questo riguardo, studi della Banca d'Italia, rileva Visco, ''mostrano come rapporti di lavoro più stabili possano stimolare l'accumulazione di capitale umano, incentivando i lavoratori ad acquisire competenze specifiche all'attività dell'impresa. Si rafforzerebbero l'intensità dell'attività innovativa e, in ultima istanza, la dinamica della produttività''.

CRISI E ISTRUZIONE - ''Molti indicatori - afferma Visco - mostrano da tempo un ritardo del nostro Paese nei livelli di istruzione e di apprendimento di studenti e adulti. È necessario quindi capire perché famiglie e imprese investano in capitale umano meno che negli altri Paesi''.

POLEMICHE - Il governatore torna anche sul clamore suscitato dalle sue dichiarazioni di venerdì, che sono apparse polemiche nei confronti di imprenditori e sindacati. "C'è in Italia un'abitudine diffusa a un approccio selettivo delle citazioni", evidenzia. E precisa di aver parlato di "rigidità legislative, burocratiche, corporative, imprenditoriali e sindacali, si noti l'ordine che appaiono ancora come la remora principale allo sviluppo del Paese. Non ho parlato di flessibilità del mercato del lavoro o di capacità imprenditoriali. Ho parlato di attitudini, che ognuno di noi vive. E io le vivo anche nella mia istituzione. Ho anche detto che i movimenti della politica e del corpo sociale sono apparsi impediti con un'azione risultata insufficiente rispetto al bisogno".

Inoltre, spiega Visco, "ho detto che le conseguenze dell'immobilismo sono diverse oggi da quelle che si manifestarono negli anni '70. Allora c'era l'inflazione. Come ho già sostenuto nelle relazioni finali del maggio scorso siamo tutti responsabili, chi per non aver agito, chi per non essere riuscito a convincere di agire nella direzione adeguata".

PATUELLI - Il presidente dell'Abi, Antonio Pautelli, ritiene ''molto condivisibile'' l'invito del governatore della Banca d'Italia ''ad una maggiore patrimonializzazione delle imprese anche con risorse proprie degli imprenditori: quando ciò si realizzerà, faciliterà anche nuovi flussi di credito alle imprese che avranno rafforzato il proprio capitale''. Patuelli, inoltre, ha dichiarato di concordare in pieno col governatore ''che chiede siano create condizioni più favorevoli alle attività di impresa e alla valorizzazione del capitale umano: le Istituzioni della Repubblica hanno anche la responsabilità di compiere le scelte giuste, popolari o impopolari''.

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