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Bce: Visco avverte, rischio deflazione non può essere ignorato

15 dicembre 2014 | 18.09
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Il governatore di Bankitalia mette in guardia contro il "grave rischio" che livelli troppo bassi di inflazione si radichino nelle attese di medio e lungo periodo degli operatori. "Occorrerà" acquistare titoli su larga scala, dice, se le nuove informazioni sull’inflazione confermeranno l’aggravarsi della situazione

 IGNAZIO VISCO FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO - INFOPHOTO
IGNAZIO VISCO FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO - INFOPHOTO

Lo spettro della deflazione che grava sulla zona euro non può essere ignorato. E' il monito del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco lanciato in audizione alla commissione Finanze alla Camera, in una fase in cui cresce sempre più l'attesa per un eventuale Quantitative easing targato Bce. Vi è "il grave rischio che livelli troppo bassi di inflazione si radichino nelle attese di medio e lungo periodo degli operatori", ha avvertito Visco, aggiungendo che "non siamo in una situazione di deflazione, ma i rischi non possono più essere ignorati". Di certo "se le nuove informazioni sull’inflazione confermeranno la persistenza o addirittura l’aggravarsi dei rischi per la stabilità dei prezzi nell’area dell’euro occorrerà avviare, con tempestività, ulteriori interventi di acquisti di titoli su larga scala, al fine di riportare le dimensioni dei bilancio dell’Eurosistema sui livelli desiderati".

E sulle resistenze tedesce al lancio del Qe in Eurolandia ha osservato: il presidente della Bundsbank "Jens Weidmann non dice che un Quantitative Easing nella zona euro sia vietato, dice bensì che non è opportuno", a causa delle differenze di bilancio tra i vari paesi: "tra le due cose c'è una bella differenza". Visco si è poi concesso una battuta: "Weidmann ed io siamo seduti accanto in Consiglio alla Bce, è simpatico, potrebbe essere mio figlio".

Ma i fari sono puntati anche sui prestiti bancari. "La ripresa dei prestiti bancari sarà necessariamente graduale; stimiamo che quelli alle società non finanziarie riprenderanno a crescere non prima della metà del 2015, mentre i prestiti alle famiglie potrebbero tornare ad aumentare già nei primi mesi dell'anno".

Sugli esami della Bce Visco ha fatto delle puntualizzazioni ma guarda avanti. Ai fini dello stress test dalla Bce non è stata "effettuata alcuna armonizzazione" di alcune discrezionalità nazionali "tra le quali figura, ad esempio, la possibilità di graduare nel tempo la deduzione degli avviamenti dal capitale di migliore qualità per le banche. È stato quindi adottato, con una decisione da noi non condivisa e contestata per le vie formali un approccio asimmetrico delle discrezionalità nazionali" ha detto.

E sul futuro di Banca Monte dei Paschi e di Banca Carige, 'bocciate' negli esami dell'Eurotower, fa sapere che Via Nazionale "seguirà l’attuazione" dei piani di rafforzamento, "nell’ambito dei gruppi congiunti di vigilanza e del Consiglio; opererà per un’efficace e tempestiva adozione delle misure previste".

Ma i fari sono puntati sul più ampio disegno Ue. All’Unione bancaria, dice, "dovrà seguire la creazione di un vero bilancio pubblico comune. Nel breve termine, urge un’azione condivisa per sostenere gli investimenti pubblici, diminuiti nell’area di quasi un quarto in quattro anni". E per rafforzare gli investimenti vanno attivate "tutte le fonti di finanziamento: banche, bilancio comune, Bei, piano Juncker, bilanci pubblici, investitori privati". E sul piano Juncker rileva: "ha un capitale ridotto e un leverage molto alto", quindi "ci sono delle questioni da approfondire".

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